Donnissima di Daniela Farnese [RECENSIONE]

Oggi con molto piacere vi parlo dell'ultimo libro di Daniela Farnese "Donnissima" edito da Rizzoli editore.





Trama:
«Mi chiamo Enza Caruso, ho trentaquattro anni e dell'amore non ho mai capito niente»: così si descrive la protagonista di questo libro, che a un punto cruciale della propria vita si ritrova a dover gestire un matrimonio agli sgoccioli, una madre con la fobia delle zitelle, e un gruppo di amiche ansiose di sistemarla con altri uomini. Lei però non è pronta a voltare pagina e preferisce dedicarsi anima e corpo al lavoro dei suoi sogni, quello che desiderava quando, ancora criaturella, viveva a Napoli: fare le pulizie in un elegante condominio Liberty di Milano. Per lei è più di un mestiere o di una vocazione: combattere lo sporco è il suo modo per ristabilire l'armonia nel mondo e per prendersi cura degli altri. Il "Palazzo" di via Sabina 42, con le sue cinque scale e i cinquantaquattro appartamenti, si regge tutto sulle sue spalle larghe e sulle sue zeppe alte. È a lei che si rivolgono gli inquilini il giorno in cui si verifica uno strano, inquietante fatto: Augusto, il carlino dell'anziana signora Galli, è scomparso nel nulla, forse rapito dal temibile Cartello delle colf sudamericane che si sta prendendo il quartiere. Ma niente può mettere paura a una come Enza. Abilissima a raccontare tutta la fragilità e la bellezza delle donne, Daniela Farnese ha dato vita a un personaggio che regala sorrisi, perle di saggezza popolare, parole di fuoco e qualche lacrima. Un inno all'orgoglio di sé, delle proprie forme e ambizioni.


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Recensione:

Ho incontrato alcuni mesi fa Daniela Farnese alla presentazione del suo libro a Padova, paese dove lei stessa ha vissuto.
La seguo da tempo tramite i social e l’ho sempre trovata una forza della natura, simpatica, autoironica, a volte pungente ma sempre sul pezzo e sono stata felice di averla conosciuta.
Anche alla presentazione la sua verve ha rapito i presenti, ma quello che mi ha colpito di lei è stata la sua umiltà e sincerità nel raccontarsi.
Sentire dalle parole dell’autore stesso descrivere il suo libro è una grande emozione e ci fa capire dietro quanto lavoro ci sia e quanta passione venga messa in ogni pagina.
Perché per Daniela scrivere è un lavoro e lo fa molto bene.

La protagonista di questo romanzo Enza Caruso, non è di sicuro un personaggio stereotipato anzi, è una di noi, la possiamo trovare al mercato, al negozio del pane oppure dal fruttivendolo.
All’inizio del libro la troviamo che sta affrontando un momento di svolta nella sua vita, sta divorziando dal marito e si trova coinvolta in un giallo, nel condominio dove lavora sono scomparsi dei carlini.
Daniela nei vari capitoli racconta la storia di Enza e della sua famiglia, da quando nasce fino al matrimonio e al suo attuale stato di “singol”.

La cosa che mi ha colpito di più è il lavoro che fa Enza, ma soprattutto l’enorme passione che ci mette nel farlo. Lei adora pulire, sistemare, riordinare , è precisa e molto ordinata e fin da quando andava a scuola, l’unico lavoro che voleva fare, erano le pulizie.
“Ero un’enfant prodige del lustro, un talento naturale del lindore, una Mastro Lindo con la permanente.”

Enza è molto simpatica, il suo personaggio crea subito un’empatia con il lettore e nel corso della storia incontriamo sia dei momenti divertenti che ci fanno sorridere ma anche dei momenti di riflessione, sulla vita, sulla famiglia, sulle donne.
Sono convinta che questo libro sia per le donne e con le donne, non a caso già dal titolo abbiamo sentore di questo, ma quello che mi ha sicuramente entusiasmato è che il libro parla di donne normali, che magari non trovano il principe azzurro e che nonostante tutte le esperienze negative ci sia sempre il modo e la forza per  rialzarsi e iniziare una nuova vita.

L’amore è uno dei temi del libro, ma anche questo argomento non viene affrontato con retorica ma con sincerità. Non troveremo mai un Mr. Darcy che ci aspetta a braccia aperte o un Mr. Thornhon che nonostante tutto ci ami ancora e ci dia una seconda possibilità, a volte l’amore presenta anche dei difetti, sia fisici che di carattere. Ma alcune volta la felicità è bella anche se non è perfetta.

“Sono stata sposata sette anni con Domenico e a pensarci adesso sono stati anni felici. Più o meno. Di quella felicità che possiamo pretendere noi, gente normale che vive nelle case in affitto, che deve pagare i debiti, che sogna le ferie come liberazione, che compra in saldo o nei mercati, che va a mangiare il pesce al ristorante solo quando deve festeggiare un anniversario, che impara ad accontentarsi.”

Come anche la vita vera non è detto che sia perfetta, ma come ci dice l’autrice non possiamo e non dobbiamo vergognarci delle nostre origini e della nostra famiglia.
Anche Enza è orgogliosa della sua famiglia, lei è di Napoli e il trasferirsi a Milano non è stata di certo una delle cose più facili del mondo.
Nel libro aleggia il sentimento partenopeo e Daniela usa molte espressioni napoletane che, secondo me, arricchiscono la storia e la rendono ancora più vera. Devo dire la verità io da veneta, non ho capito tutte le espressioni, ma questo non ha intralciato la mia lettura.
Posso dire che ho imparato alcune cose delle famiglia napoletane, loro ci tengono molto al valore delle tradizioni, dei santi, al culto del caffè e del matrimonio, ricordo con il sorriso la scena in cui Enza  dice alla madre che sta per separarsi e che deve impegnare l’anello per le spese legali, disperazione pura.
I personaggi che ruotano intorno a Enza, sono particolari e danno ancora di più veridicità alla storia che Daniela ha voluto regalarci.

Consiglio vivamente la lettura di questo libro, Enza vi conquisterà subito, con le sue forme generose, la sua fissazione con la pulizia e con il suo humour innato.
Un romanzo che vi sorprenderà e che vi farà passare delle ore in spensieratezza e in tranquillità.
Complimenti a Daniela e al prossimo libro!

Vi invito a visitare anche il sito dell’autrice è molto interessante http://www.dottoressadania.it.







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