Superficie di Olivier Norek

 Cari lettori, 

oggi vi parlo del thriller Superficie di Olivier Norek.






Recensione


Un buon thriller che segue le regole del classico crime, un'ambientazione azzeccata che riesce a interagire con il caso e con la narrazione.

In questo libro troviamo una nuova protagonista, Noémie che deve riprendere in mano la sua vita dopo tutto quello che le è successo, viene abbandonata un po' da tutti, dal fidanzato, dagli amici, deve lasciare la sua casa e trasferirsi, cambiare ambiente di lavoro. Non riconosce neppure se stessa, tutte le sue certezze sono crollate e deve subito reagire e trovare un modo per andare avanti. In questa situazione  però diventa più forte, lotterà per ritrovare il suo equilibrio, per costruire un nuovo presente, sarà difficile però lo dovrà fare. Per forza. E' caduta, è stata sconfitta ingiustamente da un evento traumatico, ma ora o rimane inerme ad aspettare e vedere la sua vita passarle davanti, oppure deve trovare un modo per rialzarsi. 

L'autore con un'attenta analisi e con un lavoro molto acuto nella costruzione dei personaggi, riesce a delinearli in maniera vivida, raccontandoceli in ogni loro aspetto, umano, emotivo, psicologico.

Noémie si ritrova nella piccola Decazeville, declassata in un commissariato di provincia, a ricominciare da capo, sa bene che non sarà solo per un periodo e che probabilmente le cose non cambieranno per lei, ma la sua professione la insegue e anche lì troverà un caso da risolvere. Quando hai un problema vieni escluso ed emarginato e ti ritrovi solo con te stesso a lottare per riprendere, quello che era già tuo.

Inoltre la protagonista vuole dimostrare a se stessa e anche agli altri che nonostante quello che ha passato, è ancora brava nel suo lavoro e che lo può svolgere come prima e nel migliore dei modi.

La descrizione dell'autore riguardo a Decazeville è affascinante e suggestiva, ho apprezzato molto come questo abbia influito positivamente sulla narrazione, rendendola più credibile. 

La prima parte è molto coinvolgente, molto cruda ma appassionante, poi la narrazione procede più lentamente e si susseguono una serie di colpi di scena,  a volte un po' scontati.

Un libro che ho trovato in linea con i precedenti romanzi che avevo letto dell'autore, però a mio gusto personale, mi è piaciuto un po' di meno.

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Trama


Per il direttore della polizia giudiziaria di Parigi la capitana della squadra antidroga Noémie Chastain è diventata un vistoso, scomodo ingombro. Il suo volto sfregiato da un colpo di fucile durante un blitz è un richiamo inquietante ai rischi del mestiere, nocivo per il morale dei colleghi. Così, senza tante cerimonie viene spedita in via provvisoria ad Avalone, nell’Aveyron: sulla carta, un’opportunità per rimettersi in sesto tra colline e campi disseminati di fattorie nella campagna occitana; di fatto, un trasferimento strategico per dare modo e tempo a chi di dovere di inchiodarla a una scrivania, abbastanza lontano dagli sguardi altrui. Nella sonnolenta cittadina, poco distante da un lago artificiale, il compito di Noémie è valutare la possibile dismissione del commissariato locale, istituzione forse poco utile in quel luogo tranquillo. I giorni si trascinano con la lentezza di un continente alla deriva, fino a quando le acque del lago restituiscono alla superficie un fusto di plastica con dentro un cadavere. Parigi ha tradito Noémie Chastain, e ora, in questa lontana provincia, lei trova la forza e la determinazione di affrontare una nuova indagine fitta di segreti gravi e antichi. Anche se le risposte sembrano svanite nelle pieghe del tempo, irrimediabilmente erose dall’acqua, ormai inghiottite dai profondi silenzi custoditi con ostinazione dagli abitanti di Avalone.

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