[]RECENSIONE] Il diario geniale della signorina Shibata di Emi Yagi

 Cari lettori, 

oggi parliamo del libro "Il diario geniale della signorina Shibata" di Emi Yagi, scelta di aprile per il gdl condiviso con le amiche di lettura Valeria,  Samantha, Giovanna e  Giuliana.






Recensione


Questo libro è una sorta di denuncia sociale nei confronti della società, non solo quella di giapponese, che ancora non riesce ad accettare che una donna possa essere madre e avere anche una carriera.
In questo testo c'è un forte messaggio femminista che è impossibile non sostenere anche se lo stile dell'autrice è molto elementare e la narrazione a volte risulta essere molto noiosa.

Tutto inizia con Shibata che è stanca del trattamento se**ista che i colleghi hanno nei suoi confronti, si aspettino sempre che lei faccia il caffè, che pulisca il frigorifero dell'azienda, tutta una serie di lavori umili che deve svolgere lei,  in quanto donna.

Così decide di inventarsi una finta gravidanza, che prosegue nei nove mesi successivi, dove la finzione supera la realtà e tutto lascia il posto a un vero e proprio delirio. Shibata è una donna single molto sola, forse è in cerca di attenzioni, vuole che gli altri notino la sua vita, che si accorgano di lei sia nell'ambito lavorativo che in quello privato.

Ci sono delle riflessioni molto profonde che si possono evincere da questo testo,  le donne senza figli vengono considerate inutili e dall'altro lato quelle incinte molte volte sono costrette a lasciare il lavoro perché non possono essere madri e allo stesso tempo ricoprire un ruolo importante in un'azienda.  E' un argomento molto attuale e capisco quanto questo libro possa aver suscitato l'interesse dei lettori.

Quello che non mi ha convinto di questo libro è lo stile, poco scorrevole, a tratti noioso, troppo semplice, come fosse scritto da un bambino delle elementari, peccato perché l'argomento trattato  è  interessante e poteva essere approfondito meglio.

Inoltre l'autrice non riesce a trasmetterci il profondo disagio che prova la protagonista per la sua vita, quali siano i suoi sentimenti,  non è stata in grado di farci provare empatia per Shibata, che purtroppo alla fine risulta essere solo una donna molto sola sull'orlo di una crisi di nervi. E la denuncia sociale passa in secondo piano.

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Trama

Se c'è una cosa che Shibata non sopporta è dover servire il caffè, pulire e riordinare. Nessuna di queste cose fa parte delle sue mansioni, ma Shibata è l'unica donna in un ufficio popolato da uomini. Così una mattina, davanti all'ennesima richiesta del suo capo di raccogliere le tazze sporche dalla sala riunioni, annuncia che non può, perché l'odore del caffè le dà fastidio. È incinta, o almeno questo racconta ai suoi colleghi. Inizia così la gravidanza di Shibata: un diario dettagliato in cui, settimana dopo settimana, racconta a se stessa e agli altri le tappe di un percorso che dovrebbero portarla a diventare madre. Con l'aiuto di qualche asciugamano appallottolato sotto i vestiti e una app che le segnala i progressi del feto, Shibata trascorre nove mesi in cui ha finalmente l'occasione di rallentare il ritmo frenetico del lavoro e recuperare tempo per se stessa. Per fare la spesa e cucinare, godersi un bagno rilassante, iscriversi a un corso di aerobica. Ma anche per osservare il mondo attorno a sé e incontrare una società alienata, popolata di individui schivi e incapaci di guardarsi in faccia. E, soprattutto, un mondo di madri sole, alle prese con la gestione dei figli, il rientro al lavoro e le incombenze quotidiane che le lasciano stremate. Un velo di solitudine sembra ricoprire ogni cosa, ma il bambino fantasma che cresce nella sua pancia è in grado di farle vedere il mondo con occhi diversi e farla sentire meno sola. O forse dentro di lei c'è davvero una nuova vita?








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