[RECENSIONE] Casa di bambola di Henrik Ibsen

Cari lettori,

oggi torniamo nell'Ottocento con un libro che mi ha fatto molto riflettere, parliamo di "Casa di bambola" di Henrik Ibsen.





Recensione

Questa è un'opera teatrale pubblicata nel 1879 è divisa in tre atti e l'ambientazione è il salotto della casa dei protagonisti,  i Helmer.

La vicenda si svolge in un arco temporale limitato, solo pochi giorni partendo dalla Vigilia di Natale.

Questo testo è interessante in quanto mette in evidenza come le donne alla fine dell'Ottocento, avessero un ruolo superfluo sia  nella famiglia che nella società.  Vivevano un matrimonio costruito sull'ipocrisia e non potevano avere o esprimere le proprie idee.

Nora, la protagonista, cerca di salvare il marito e la sua famiglia ma commette un errore e compie un'azione illegale. Il marito quando lo scopre, invece di proteggerla, si arrabbia con lei e la accusa, tentando anche di allontanarla dai suoi figli. Nonostante la questione si risolva nel migliore di modi, Nora non può ignorare ciò che il marito le ha detto e ripensa alla sua vita. Capisce di essere sempre stata un gioco in mano ad una figura maschile; prima il padre e poi il marito quindi prende una decisione importante.

Questo testo vuole evidenziare come le donne iniziano a cambiare e a lottare per far valere le proprie idee.

Nora capisce di essere vissuta in un'enorme illusione, che il marito non era la persona che credeva e  lei ci appare come un personaggio debole e controllabile oltre che sciocca e superficiale, non viene nemmeno ritenuta all'altezza di educare i suoi figli.


Tu rimarrai dunque qui in casa, si intende. Ma non ti sarà permesso di educare i bambini; quelli non ho il coraggio di affidarteli... Dover dire una cosa del genere alla donna che si è tanto amato e che ancora... Ma questo deve finire. Da oggi in poi non conta più la felicità, quello che conta è salvare quello che resta, i frammenti, l'apparenza...



lbsen, attraverso questa storia,  ha voluto fare una critica alla società ottocentesca e  il pubblico rimase fortemente sconcertato perché quest'opera mise in discussione la visione tradizionale del matrimonio, dove per la donna non vi è alcuna libertà.


"Non sarei un uomo se la tua debolezza femminile non ti rendesse doppiamente attraente ai miei occhi. Non dar peso alle dure parole che ti ho detto nel primo momento di timore, quando mi sembrava che tutto mi dovesse crollare addosso. Ti ho perdonato, Nora, ti giuro che ti ho perdonato." 


L'unica persona che in questo matrimonio risulta debole è invece il marito che non capisce il valore di Nora, la umilia e la fa sentire come una bambina superficiale, era proprio la società dell'epoca che voleva che la donna non avesse delle idee e assecondasse il marito e che l'unica  preoccupazione fosse scegliere la carta da parati.

Un testo attuale, che fa riflettere anche oggi, nonostante per il pubblico dell'Ottocento Nora verrà sempre condannata moralmente per la scelta che ha fatto alla fine del testo, è un personaggio interessante, umano e che ci porta a considerare anche il ruolo odierno che abbiamo noi donne; a capire quanto ancora dobbiamo lottare per non essere giudicate per le nostre idee o per la strada che decidiamo di percorrere.


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Trama

Per curare il marito, Nora in passato si è indebitata con un certo Krogstad. Per anni ha lavorato per pagare il debito, senza riuscire a liberarsene. Krogstad, che lavora nella banca di cui il marito di Nora è direttore, ricatta la donna perché gli ottiene una promozione. Quando il marito, che per altri motivi lo vorrebbe licenziare, viene a sapere tutto, si preoccupa solo della sua reputazione e rimprovera aspramente la moglie. La meschinità dell'uomo porta Nora a decidere di allontanarsi, per riflettere da sola su se stessa.

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