Cari lettori,
oggi parliamo del thriller scandinavo "La cena" di Martin Österdahl pubblicato da Giunti Editore.
Amo da sempre i thriller e in particolare gli scrittori scandinavi che sono in grado di regalare suspence e tenere incollato il lettore alle pagine. Non tutti ci riescono però, ecco in questo caso l'autore crea una storia sicuramente interessante, scorrevole ma anche molto prevedibile.
Devo essere sincera, già dopo un quarto del libro si intuisce quello che è successo, diciamo che però ci sono dei dettagli difficili da immaginare e che solo leggendo il finale si riescono a scoprire.
Non è un thriller ma più un dramma famigliare, forse anche un po' esagerato in alcune parti, che però fa riflettere su quanto si conoscono le persone che vediamo tutti i giorni e come da un momento all'altro le cose possano cambiare.
In generale mancava l'ansia in questo libro, quella naturale, quella sana che ci si aspetta leggendo un thriller, i capitoli erano troppo prolissi e quindi ogni tanto l'attenzione calava.
Inoltre credo che alcuni colpi di scena e alcune cose fossero troppo eclatanti, da una parte mancava l'indagine della polizia e dall'altro non c'era abbastanza approfondimento psicologico dei personaggi principali.
Tutti si svolge in una notte, quindi da una parte sicuramente non c'era il tempo di vedere lo svolgimento dell'inchiesta della polizia, però i capitoli con i flashback spezzavano troppo il ritmo della storia che poteva continuare tranquillamente, senza bisogno di alcuna spiegazione di quello che era successo prima.
Il capitolo iniziale è fuorviante, nel senso sembra che parti un thriller con un duplice omicidio, viene coinvolta la polizia che poi sparisce durante la narrazione e poi dai capitoli successivi parte una storia completamente diversa.
I personaggi rimangono sempre freddi e distanti, forse questo è l'obiettivo dell'autore, ma essendo un dramma famigliare dovremmo entrare almeno in empatia con i protagonisti principali ma questo non succede.
Un libro che aveva un grande potenziale, ma che purtroppo non è stato sviluppato in maniera convincente.
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Trama
Lillängen, notte del 31 dicembre. La neve fiocca lenta sulla città ancora addormentata dopo i festeggiamenti, quando la polizia si trova davanti uno spettacolo agghiacciante e inspiegabile: sul fondo della piscina vuota di un'isolata villetta, tra i frantumi del vetro di copertura, giacciono due corpi nudi, avvinghiati in una pozza di sangue. Solo poche ore prima, Lisa e Mikael Kjellvander sono immersi nei preparativi per la serata più attesa dell'anno. La figlia Ebba, diciassettenne, ha invitato il fidanzato Marlon, un ragazzo ombroso, sempre vestito di nero, appassionato di musica. Sarà l'occasione per i genitori di entrambi di conoscersi e per lei di vivere un momento magico: dopo la cena, andrà a una festa e finalmente farà l'amore con lui. Tutto deve essere perfetto. Ebba ha indossato un abito meraviglioso, la tavola è imbandita, i calici stanno per essere riempiti di vino. Mancano solo gli ospiti. Ma quando suona il campanello e Lisa e Mikael vanno ad aprire la porta, quelli che si ritrovano davanti non sono affatto due sconosciuti. In un crescendo scandito dal susseguirsi delle portate – dall'aperitivo al dolce – il loro oscuro passato comune tornerà a galla: uno stillicidio di rivelazioni che culminerà in un finale inaspettato.
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