[RECENSIONE] I GERANI DI BARCELLONA DI CAROLINA POBLA

 Cari lettori, 

oggi parliamo di un libro che è stata per me una vera delusione.

Ho pensato molto se recensirlo o meno, ma poi ho pensato che fosse giusto parlarne anche se il mio giudizio è negativo. Se non altro per sconsigliare l'acquisto.

Non avevo nessuna aspettativa su questo libro, le saghe famigliari non mi hanno mai entusiasmato, anche se devo ancora capire se sia un tipo di narrativa che mi potrebbe piacere o che dovrei evitare.

O forse semplicemente i libri che ho letto fin ad ora non mi hanno emozionato.

Ora veniamo al libro, ci sono davvero poche cose positive da dire su questo romanzo, purtroppo questa storia mi ha veramente annoiato.

Ringrazio le ragazze del gdl #viaggiatricidicarta che trovata su IG, per la lettura condivisa. 




Recensione

I protagonisti principali di questo libro sono Rosario e Tobias, due giovani ragazzi che si ritrovano a vivere nella Barcellona prima della seconda guerra mondiale. Tobias torna in Spagna dopo essere andato in America e Rosario ha il sogno di diventare una cantante. 

Al di là della trama che ho trovato poco coinvolgente ma che non è sicuramente il peggior difetto di questo libro, passiamo a quello che mi ha davvero sconvolto: lo stile dell'autrice, se si può definire tale.

La narrazione è piatta, insipida, una mera cronaca di quello che succede, un fatto dietro l'altro senza alcuna emozione, i protagonisti non mi hanno trasmesso nulla.

Questo libro ripercorre la storia vera dei nonni dell'autrice, credo che la Pobla sia stata troppo ambiziosa, l'idea sicuramente era buona ma è stata sviluppata male, la scrittura è molto semplice, anzi elementare e ho trovato dei difetti per quanto riguarda la struttura narrativa.

Mi spiego meglio.

I personaggi non sono delineati, sono banali e scialbi, sono descritti in maniera superficiale, non sono riuscita a capire ne come siano fisicamente ben che meno ho trovato un'analisi a livello psicologico. 

I dialoghi sono inesistenti, ho trovato che l'intreccio narrativo sia un semplice elenco dei fatti, come se l'autrice si fosse creata una scaletta e l'abbia trascritta senza aggiungere nulla. 

E' come se mancasse lo zampino dell'autrice, proprio quel qualcosa che rende la narrazione coinvolgente e appassionante ma anche credibile, non so se questo sia dovuto al poco talento dell'autrice oppure sia legato a un progetto narrativo troppo "grande" per la sua esperienza come scrittrice.

I primi capitoli non sono così disastrosi ma poi il romanzo precipita verso un punto di non ritorno.

Quello che non riesco proprio a superare sono i personaggi che risultano freddi e "solo su carta" non li conosciamo, non sappiamo cosa provano se non marginalmente, non risultano verosimili, manca proprio una sorta di "introspezione" che ce li avrebbe resi "umani e reali".

Ad un certo punto mi sono chiesta cosa stessi leggendo, poteva essere davvero qualsiasi cosa, gli ingredienti per una ricetta o un elenco della spesa.

Credo che in questo libro non esca la vera personalità dell'autrice, potrebbe essere scritto da chiunque questo romanzo, non ho riconosciuto uno stile, è tutto così insipido.

Non vedo nessun lato positivo, la storia tra i due protagonisti non la riesco a valutare perché non riesco ad andare oltre ad una narrazione che sicuramente risulta lenta e  poco appassionate.

Non credo che il problema sia il genere inteso come saga famigliare, il vero difetto di questo romanzo è come ci viene raccontata la storia e purtroppo ci vuole uno sforzo in più per rendere un insieme di avvenimenti un libro.

Mi dispiace ma io sconsiglio la lettura.

Un'altra cosa che mi sento di dire è che la copertina dell'edizione originale la trovo molto più carina rispetto a quella che ci ha proposto la casa editrice Garzanti. Voi non trovate che sia cosi?




***


Trama

1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l'ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un'isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato. Fino al giorno in cui l'idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. La bancarotta è una tragedia dalla quale l'uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. Tra le vie della grande e colorata città, all'inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l'altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l'onore alla famiglia Torres. I gerani di Barcellona è il romanzo che ha conquistato la Spagna. Ha messo d'accordo i lettori e la stampa più autorevole. Ispirato alla vera vicenda dei nonni dell'autrice, una saga in cui mezzo secolo di storia iberica fa da sfondo alle scelte, agli errori, alle conquiste e alle speranze di due sorelle.

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