[RECENSIONE] ACQUA SALATA DI JESSICA ANDREWS

Cari lettori, 

come ormai sapete amo molto la letteratura inglese contemporanea, questo libro mi ispirava molto e mi aspettava in libreria da troppo tempo.

Questo romanzo mi ha emozionato, mi sono ritrovata in molte situazioni che ha vissuto la protagonista, credo che il punto di forza di questo libro sia l'autenticità che traspare in ogni pagina, una storia vera, normale come tante ma unica.

La ricerca della propria identità da parte di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo, che torna alle origini, alle cose semplici.

Ora vi spiego in dettaglio cosa ne penso.





Recensione

Lucy è la protagonista assoluta di questo incantevole libro, che devo dire subito mi ha colpito moltissimo.

Il prologo è forte, quasi spiazzante, viene descritto un corpo nudo anche se non si capisce di chi sia.

L'autrice sceglie di utilizzare dei capitoli  brevi, alcuni di poche righe e altri composti da pochissime pagine e  questo aumenta molto il ritmo della storia, che va avanti e indietro tra il presente e i ricordi del passato.


"Prima di venire in Irlanda vivevo a Londra. Ero attratta dalla luci colorate che scintillavano sul fiume nel cuore della notte [...] Pensavo fosse quella vita da desiderare."

 

Lucy pensa di aver lasciato per sempre l'Irlanda molti anni prima per laurearsi e vivere a Londra in una città che amava e che bramava da molto tempo.

Poi però di punto in bianco lascia tutto, il suo appartamento, il suo lavoro e il suo fidanzato per tornare nel Donegal nella casa che il nonno ha lasciato a lei e alla madre.


"Londra vive di soldi e ambizione, e io ero a corte di entrambe le cose. L'intrico di cavi e linee telefoniche tesi per la città mi sembra una rete da pesca piena di bancari e creativi generici, luccicanti di banconote e zainetti olografici. Io ero qualcosa di piccolo, debole e indesiderato." 

 

Sicuramente non ci troviamo di fronte a un romanzo pieno di colpi di scena, è più un racconto intimo di quello che prova e che sente Lucy,  dei suoi sentimenti e delle sue sensazioni nei confronti della società, delle persone che ama.

E' una sorta di diario intimo, ma anche di una profonda analisi su se stessi, sugli errori del passato, sulle esperienze che l'hanno fatta crescere e diventare la persona che è oggi.


"Non tornerò a Londra. Un tempo bramavo la velocità e la vicinanza a un centro, la sensazione che stesse sempre per succedere qualcosa, ma fuori dalla mia portata. " 

 

L'autrice ci prende per mano attraverso una serie di immagini forti, crude, spiazzanti e ci fa conoscere il mondo in cui è cresciuta Lucy,  la realtà della sua vita in maniera non banale ma caricando ogni parola di significato.


"Una volta che hai respirato la polvere, non puoi più liberartene." 

 

La protagonista non ha un buon rapporto con la sua famiglia, lei si chiede come mai si sia allontanata dall'amore, perché è sempre arrabbiata con la madre. Il loro rapporto è molto cambiato, prima era una presenza solida nella vita della protagonista  e ora questo legame di amore profondo, che ha con sua madre, c'è ancora ma deve essere coltivato e ricostruito.


 "Ho pensato a Londra che va avanti senza di me, alla rete di treni che sfrecciano sottoterra e ai pub che riversano clienti sui marciapiedi. Mi sono immaginata le ragazze come me, con l'eyeliner alato e le unghie smangiucchiate, che si buttano nella mischi in cerca di chissà cosa."

 

E poi ci racconta del padre e della sua dipendenza dall'alcol, quando dormiva nei parchi e lasciava sola la sua famiglia a pagare il mutuo e ancora la sordità del fratellino, Josh, un problema che sia lei che la madre affrontano con coraggio ma non senza paura.

Ci racconta anche il turbamento per il cambiamento del suo corpo, di come lei diventi piano piano una donna, di come cambiano le sensazioni che prova. 


"I libri mi coinvolgevano terribilmente e non volevo che gli altri lo sapessero. Quando mi veniva chiesto di leggere ad alta voce cercavo di fingermi indifferente e usavo un tono di voce monotono e socialmente accettabile. Scrivere temi e racconti mi aiutava a sciogliere il nodo che avevo allo stomaco e metterlo su carta. Scrivevo con una parte invisibile di me; era un segreto radioso di cui solo i miei insegnanti erano a conoscenza."

 

Mi ha colpito moltissimo questo passaggio del testo, quando dichiara il suo amore per la lettura anche se lo vuole tenere per se stessa, sia come fatto intimo e personale, ma anche perché non voleva essere giudicata per questa sua passione.

Anche scrivere era per lei un momento importante, affidare ad una pagina i sentimenti più intimi è un qualcosa che io posso capire bene, anch'io scrivo per essere libera, per sfogarmi, per sentirmi bene e in questo posso comprendere molto bene la protagonista. 

L'ambientazione in questo libro è molto importante ed è parte integrante della narrazione, come dicevo prima, lo stile dell'autrice tende a descrizione immagini forti, intense e molto significative e in varie occasioni mette in contrapposizione l'Irlanda con Londra.


"Leggere mi dava la sensazione di stare in piedi su un precipizio altissimo, da cui intuivo che un giorno mi sarei buttata." 

 

Il Donegal, una contea nel nord ovest dell'Irlanda, è un luogo meraviglioso, selvaggio, naturale, dove regna la pace, il relax, con le sue spiagge e il mare, è un posto ideale per riflettere, per prendersi un momento per sé ed è quello che serve in questo momento a Lucy.

Mentre Londra viene descritta come una città caotica, veloce, di una bellezza proibita ma ammaliante, dove le persone vogliono divertirsi, diventare ciò che sognano, ma può essere anche dura e pericolosa. 

In questo cottage del nonno dove decide di vivere, senza non pochi ripensamenti, ritrova la vita semplice, ripensa al suo passato agli amori sbagliati, alle scelte che ha dovuto affrontare e soprattutto riscopre il valore del tempo che a Londra aveva perso. 

Quando Lucy andò a vivere a Londra voleva un'opportunità, anche se si sentiva in imbarazzo a desiderare qualcosa in un luogo dove lo facevano migliaia di altre persone; nella città inglese cercava di sopravvivere non riusciva a studiare, a concentrarsi su qualcosa, doveva correre e l'università le sembrava lontana dalla realtà. In Irlanda ritrova se stessa, si riprende la sua vita, le sue sensazioni e inizia a conoscere cosa le piace davvero. 

E' una lettura che mi ha insegnato molto, per quanto dura, intensa e devastante  ma è stata una vero e proprio percorso, una sorta di terapia che però ti infonde speranza, si può sempre ripartire  e ritrovare la propria vera natura. 

E' un testo autentico, deciso, crudo, affascinante per una volta ci racconta una vita normale in cui ci possiamo ritrovare e sentirci vicini alla protagonista.

Certo, se non si affrontano determinate situazioni, probabilmente non si può comprendere appieno il messaggio di questo libro ma credo sia una lettura piacevole, che possa farci capire che possiamo sempre cambiare le cose e trovare un modo per sentirci di nuovo in pace con noi stessi, ovunque viviamo e che sia importante circondarci di persone che ci vogliono bene.

 Se vi ispira leggetelo, perché vi farà bene.

Un libro che mi rimarrà nel cuore, una delle migliori letture di quest'anno. 


***

La vita di Lucy è cambiata molte volte: con le sfuriate e le assenze del padre alcolizzato, con l’ansia e la pena per il fratello sordo, con la bellezza dei viaggi in Irlanda a casa del nonno. E sembra cambiare definitivamente quando si trasferisce a Londra, per studiare e per vivere lontana dalla provincia, libera da ogni legame. Ma appena laureata, Lucy volta le spalle a tutto: va in Irlanda, nel Donegal, nella vecchia casa che il nonno le ha lasciato. Si affida al cielo, al vento, al mare per ritrovare se stessa, e intanto la sua memoria si snoda in racconti brevi e impetuosi come corsi d’acqua.

Rivive l’infanzia, il rapporto profondo che la unisce alla madre, gli amori sbadati, le grandi, fameliche ambizioni della giovinezza. Nel suo cammino verso l’età adulta Lucy ha scoperto ciò che non vuole essere. E sceglie di ricostruirsi altrove, su fondamenta fatte di ricordi.

Brillante, ispirato, poetico, Acqua salata esplora la complessità dei desideri, la voglia di affermarsi e l’impossibilità di farlo rinunciando alle proprie radici; è il diario intimo e sincero di una giovane donna che si è persa inseguendo i sogni degli altri e che decide di fermarsi a recuperare i propri, cercando in se stessa la forza di ricominciare, senza rimpianti.


Questo libro è per chi si disegna le mappe stradali sulla mano prima di uscire, per chi avrebbe fatto carte false per un concerto di Pete Doherty, per chi beve succo d’arancia in un calice da champagne, e per chi ha scelto di perdere l’equilibrio scoprendo un mondo nuovo nell’ebbrezza della caduta, senza più rinnegare i propri desideri. 


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