Cari lettori,
ero molto curiosa di leggere questo romanzo di Amanda Craig, autrice contemporanea che apprezzo molto e che seguo sempre con interesse.
"La regola d'oro" è stato inserito nella longlist del Women's Prize for Fiction (2021), il premio letterario annuale più prestigioso del Regno Unito, che celebra e onora la narrativa scritta da donne.
Purtroppo non è entrato nella top five ma sicuramente è stata una nomina importante per l'autrice.
Rispetto agli altri suoi libri questo mi è piaciuto di meno, se vi va trovate le recensioni de "Le circostanze" (qui) e di "Un castello di carte" (qui).
Recensione
Trovo che lo stile della Craig sia molto scorrevole e appassionante anche quando la trama è meno coinvolgente, mentre lo sono di più le riflessioni attorno alla vita dei personaggi.
Davanti a me avevo un libro che non è un thriller anche se lo potrebbe essere all'inizio, ma piuttosto tende la mano a una storia d'amore e di riscatto personale e in parte sociale.
Hannah è una giovane donna che sta divorziando dal marito e ha una figlia piccola di nome Maisy; sta partendo per la Cornovaglia per dare l'ultimo saluto alla madre Holly.
Nel corso del testo capiamo quanto l'ex marito della protagonista, Jake, sia un uomo inqualificabile, incolpa la moglie di tutto, di non essere tornata a lavorare dopo la nascita della figlia, della fine del loro matrimonio, di non essere capace a fare la madre e di non riuscire a mantenersi da sola.
"A quasi trent'anni Hannah era esaurita da debiti, disperazione, solitudine, rabbia e dalla consapevolezza che, pur avendo fatto tutti i salti mortali giusti, la vita migliore i cui aveva riposto le proprie speranze non si sarebbe trasformata in realtà. La sensazione di aver fallito era peggio della fame, e praticamente impossibile da distinguere dalla fame, Vivevano separati da quasi due anni, e di recente lui le aveva chiesto il divorzio."
Non posso non stare dalla parte di Hannah, anche se è un personaggio che in alcuni momenti ho trovato poco credibile, non sono riuscita ad instaurare un legame con lei, non si è creata quell'empatia che pensavo si dovesse provare, per una donna che ha sofferto così tanto nel suo passato.
Jake l'ha maltratta, l'ha sminuita sia come donna si nel suo ruolo di madre, non perde occasione per umiliarla.
"Questo è il problema di un matrimonio finito male. Non si sa chi è pazzo, chi è cattivo e chi è solo triste."
Sul treno per la Cornovaglia Hannah incontra Jinni, che dopo aver raccontato il suo matrimonio infelice con Con, le propone di uccidere ognuno il marito dell'altra. Anche la protagonista ha pensato molte volte a come sarebbe stato non avere più suo marito, in alcuni giorni era un pensiero fisso. Pero, per sua figlia sarebbe stata devastante questa perdita e Hannah non ne può non tener conto.
Durante la fase del divorzio molte donne soffrono e si sentono arrabbiate con il marito tanto che pensano solo al peggio, ma come è stato rivelato da alcune ricerche, tra il sognare di essere vedove ed esserlo veramente c'è una grossa differenza.
Hannah è un personaggio che ho faticato a comprendere, è una ragazza che così giovane si trova davanti ad una serie di problemi che apparentemente non riesce a risolvere, da piccola si è sempre rifugiata nei libri e nelle storie contenute in essi. Si immaginava una vita perfetta come quella delle eroine della sua amata Austen, La sua famiglia era molto povera e questa "evasione" letteraria le permettere di sognare una vita migliore, ma nell'epoca regency non avrebbe potuto nemmeno fare la governante.
Grazie a queste storie lei viaggiava con la mente, si era allontanata dalla propria vita di St. Piran e aveva apprezzato il coraggio di eroine come Jane Eyre, soprattutto quando la giovane protagonista del romanzo di Charlotte Brontë aveva detto senza paura, che anche lei aveva un anima e un cuore, in un accesso confronto con Mr Rochester.
Hannah è cresciuta senza il padre, non sa cosa sia successo veramente tra lui e sua madre Holly, la protagonista ha sempre notato l'infelicità che aveva la sua mamma anche se non ha mai capito da cosa derivasse o se dipendesse da lei.
C'è anche spazio per delle riflessioni sul mondo delle donne oggi, dove c'è ancora quest'idea che il matrimonio per una donna sia un'aspirazione per fare carriera o per ottenere una posizione migliore.
Ho adorato il battibecco "letterario" tra Hannah e un altro personaggio (che non svelo) su quanto la Austen fosse femminista o meno e su quali temi avrebbe potuto scrivere e di quanto le Brontë fossero più coraggiose.
Io non sono un'amante della Austen però credo che il suo intento fosse quello di descrivere con ironia la società del suo tempo e dare un lieto fine alle sue protagoniste, ha dato loro un riscatto che molte altre donne non potevano avere.
Un argomento di grande attualità è la violenza sulle donne sia fisica che psicologica, l'autrice ha iniziato a scrivere questa storia sull'onda del movimento #Me Too, quando sono uscite delle storie terribili di maltrattamenti verso le donne.
Ma in questo libro c'è anche il rovescio della medaglia, anche le donne possono diventare pericolose forse anche più degli uomini in alcuni casi.
La violenza non va mai bene e non risolve nulla.
Un altro tema importante che l'autrice affronta in maniera approfondita è quello del divorzio, quanto il partner possano cambiare e diventare aggressivo e fare delle azioni veramente brutte quando decide di separarsi o subisce la separazione. Ma anche come possano rinfacciare scelte che prima erano state decise assieme al coniuge e che ora sembrano invece non essere state condivise.
Questo libro è ispirato al romanzo "Strangers on a Train" di Patricia Highsmith.
E' un libro che racconta varie storie, da vari punti di vista, di come le scelte possano influenzare la nostra vita e come la possano cambiare.
Nel testo l'autrice affronta anche il tema attuale della Brexit ripete spesso quanto gli affitti degli immobili siano alti, soprattutto per gli stranieri, di questa situazione si parla anche nei libri precedenti dell'autrice, come anche di immigrazione, di differenza tra chi è sempre più ricco e chi vive in povertà.
Anche questo romanzo, come i precedenti dell'autrice, fa parte di una serie di romanzi interconnessi dove i personaggi minori diventano maggiori e viceversa.
Per esempio le datrici di lavoro di Hannah, Polly e Kate compaiono in "Un castello di carte" e il figlio di Lottie, Xan, è il vicino di casa della protagonista e compare nel libro "Le circostanze".
E' un libro di grande attualità, che ti porta a riflettere sul nostro mondo, sulle donne, sulle relazioni, non è un thriller quindi se cercate suspense o altro non c'è.
Credo che questa autrice meriti di essere letta e apprezzata, tra i suoi romanzi che ho letto questo è quello che mi ha colpito di meno, anche se ho colto il suo intento che era quello di raccontare la società di oggi e le sue contraddizioni con una buona dose di satira.
Racconta la vita di persone normali che cercano di sopravvivere, di amare e di essere felici e di quanto sia difficile realizzare i propri sogni e accettare che alcune scelte che abbiamo fatto non si possono cambiare.
Io mi sento di consigliarlo.
***
Trama
Quando Hannah viene invitata da Jinni nello scompartimento di prima classe del treno che da Londra sta andando in Cornovaglia, non sa che sta per precipitare in una tela di ragno. Ora una madre single in forte difficoltà economica, Hannah era fuggita dalla Cornovaglia per andare all'università. Ma una volta sposato Jake e avuta una bambina, i suoi sogni si trasformano in un'amara disillusione. Il marito l'ha lasciata per Eve, ricca e senza figli, e Hannah suo malgrado si è messa a fare la donna delle pulizie per sopravvivere. Anche Jinni è ugualmente arrabbiata col marito e in cerca di vendetta, e nel corso del viaggio le due donne decidono di uccidere ciascuna il compagno dell'altra. Dopotutto, sono due estranee su un treno: chi potrà mai collegarle? Ma quando Hannah incontra il marito di Jinni, ben presto capisce che lei non le ha raccontato tutta la verità su se stessa e sulla persona da assassinare. Chi mente? Chi è la vera vittima? Amanda Craig reinterpreta al femminile, al tempo della Brexit e del #MeToo, il noir di Patricia Highsmith Sconosciuti in treno e il film di Alfred Hitchcock Delitto per delitto, regalandoci un romanzo che avvolge il lettore in una narrazione serrata e mette a nudo la stranezza di vite apparentemente normali.
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