oggi nel blog c'è la recensione del thriller "The chain" di Adrian McKinty, libro di cui si è parlato moltissimo nei scorsi mesi e devo essere sincera perché anch'io ero curiosa di leggerlo.
dal mio profilo Instagram |
Recensione:
Avete presente quei thriller che fanno vedere d'estate realizzati con un budget basso, poche risorse e attori alle prime armi?
Ecco questo libro potrebbe essere perfetto per questo tipo di film, una buona idea iniziale che incuriosisce, ma che alla fine risulta banale e scontata.
Rachel è una giovane donna che ha già sofferto moltissimo, si è separata, ha avuto un tumore al seno e ora ha ricevuto una chiamata che nessuna mamma vorrebbe ricevere; una donna le dice che ha rapito sua figlia Kylie di soli tredici anni.
"Rachel si interroga. Che cosa vogliono, quelli che stanno dietro tutto questo? La cosa più importante è che la Catena continui."
Inizialmente pensa che sia uno scherzo ma poi capisce che non lo è, le viene detto di versare dei soldi, comprare dei cellulari usa e getta e di rapire un altro bambino e solo dopo verrà liberata Kylie. Se qualcosa va male, il rapitore ucciderà sua figlia.
I soldi non sono importanti ma è fondamentale che la Catena non si interrompi.
E' impossibile scappare dalla Catena, ti osservano, ti seguono, ti ascoltano e anche se riuscirai a fare tutto quello che vuole, anche a distanza di anni ti potrebbero trovare e uccidere se qualcosa andasse storto.
"Per l'ennesima volta si chiede perchè sia stata scelta. Lei non l'avrebbe fatto. Neanche per idea. lei avrebbe scelto qualcuno con una situazione molto più solida. Una coppia sposata benestante."
Rachel cerca di fare del suo meglio per salvare la figlia e per riuscire a non interrompere la Catena.
La donna viene descritta come una persona che nonostante tutto ha sempre trovato la forza per andare avanti, ha paura come madre per la figlia, ha dei momenti in cui pensa di non farcela.
Non giudico il dolore che possa provare una madre, anche perché non lo sono e non lo posso capire, ma a mio avviso Rachel viene descritta come una persona che soffre e che ha paura ma non è così.
Solo sulla carta lo è, ma poi era completamente diversa, nel suo atteggiamento e in alcuni momenti non ha avuto nessun momento di esitazione.
La costruzione di questo personaggio a me non è piaciuto molto, mi è sembrata molto irreale e alquanto eccessiva sia nei momenti difficili che in quelli in cui era richiesta più azione.
In alcuni punti mi sembrava tutto molto prevedibile e tutto troppo facile, nessuno ha visto nulla di strano in Rachel o in tutti questi rapimenti che succedevano?
Nessuno ha mai sbagliato qualcosa?
I sensi di colpa e i rimorsi che sente Rachel non la portano mai a cercare una soluzione alternativa e a cercare aiuto in qualche modo? A me sembra che lei assecondi la Catena invece di spezzarla.
La prima parte è sicuramente più interessante rispetto alla seconda, anche se l'intero libro è molto scorrevole e si legge molto velocemente. Nel mio caso, continuavo a leggerlo perché volevo sapere cosa sarebbe successo, se fosse arrivato qualche colpo di scena, purtroppo però non è accaduto nulla di così eclatante.
Alcune volte l'autore tende a dedicare qualche riga a personaggi o a descrivere dei passaggi inutili per la narrazione, che a mio avviso, non centrano molto con la storia.
A mio avviso questo libro ha un'ottima idea iniziale, una bella cover e ho apprezzato la scelta di tenere lo stesso titolo dell'edizione originale, ma i complimenti finiscono qui.
L'ufficio stampa della casa editrice ha fatto bene il suo lavoro, molta pubblicità e poca sostanza come accade moltissime volte.
Ho visto moltissime persone che hanno parlato di questo libro e la curiosità di leggerlo era veramente tantissima ma come penso sempre, a volte è meglio evitare i romanzi troppo osannati perché la maggior parte di loro è un flop, anzi un bluff editoriale.
Un thriller scontato e banale, l'unica punto forte è il fatto che si legge velocemente.
Un autore che, secondo me, ha molto potenziale ma è una storia che poteva essere originale e avvincente ma che risulta essere piatta e senza colpi di scena.
Un thriller senza emozione.
Un thriller senza emozione.
***
Trama:
È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole. "Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà".
La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena. Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei, la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli ordini, suo figlio morirà.
Ho solo ventiquattro ore di tempo per fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto compiendo qualcosa di efferato.
Io non sono così, non ho mai fatto niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare Kylie, devo perdere me stessa.
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