[RECENSIONE] VOGLIO SAPPIATE CHE CI SIAMO ANCORA di Esther Safran Foer

Cari lettori, 

anche quest'anno in occasione della Giornata della Memoria, ho scelto di leggere questo libro che avevo da un po' di tempo nella mia libreria.

Chi segue un po' il mio blog, sa quanto sia attenta a questo tipo di letture e a questo periodo storico, perché è sempre importante ricordare e  non dimenticare l'Olocausto.

Quest'anno la mia scelta non è stata all'altezza di altre letture però è sempre bene tenere viva la memoria.






Recensione

L'autrice del libro è anche la protagonista di questa storia, è figlia di genitori che sono sopravvissuti all'Olocausto, lei è cresciuta non conoscendo la sua vera data di nascita o il luogo dove fosse nata.
In casa non si parlava mai del passato, era un argomento tabù, dopo il suicidio del padre la madre non ha mai voluto rispondere alle sue domande sulla guerra. 

Ora Esther è una donna adulta e non può più aspettare di sapere la verità, nonostante sia affermata sul lavoro, sia sposata e abbia dei figli si sente incompleta e vuole ricostruire il suo passato e i pezzi del puzzle che mancano nella sua vita.

"E' stato detto che gli ebrei sono un popolo astorico, più interessato alla memoria che alla storia. Un fatto curioso nella lingua ebraica manca una parola precisa che connoti la storia. Zikaron e Zakhor, usate al suo posto, si traducono «memoria»". 

 

Un giorno alla domanda di Esther la madre si lascia sfuggire un dettaglio e capisce che deve indagare e parte per un viaggio per scoprire dove il padre aveva vissuto durante la guerra e conoscere cosa fosse successo veramente.


Esther sa che è doloroso scoprire la verità, è consapevole che questo viaggio le procurerà molto sofferenza ma è anche necessario conoscere per andare avanti e per capire le proprie origini.

"La storia è pubblica. La memoria è personale. Riguarda racconti ed esperienza selezionate. La storia è la fine di qualcosa. La memoria, l'inizio."
Da queste pagine si intuisce quanto l'autrice tenga alla sua famiglia e quanto la memoria sia importante e ricordare il passato è necessario per non dimenticare. 

Nonostante il tema molto interessante, la struttura narrativa non è stata altrettanto facile da seguire, la scrittura di Esther non è affatto scorrevole e alcune parti erano veramente noiose.

"I ricordi non sono statici; cambiano con il tempo, spesso fino al punto da conservare solo una vaga somiglianza con ciò è realmente accaduto."


Mi è sembrato che questo libro fosse più una sorta di diario personale o un quaderno per gli appunti, in quanto i fatti erano slegati tra di loro, probabilmente questa storia è molto personale e doveva rimanere solamente come "memoria" per la sua famiglia.

Probabilmente sarebbe stato meglio che questi ricordi venissero trasformati in un romanzo dove veniva raccontata la storia, prendendo spunto da quella vera della sua famiglia.

"Così i miei antenati avrebbero avuto la certezza che non li aveva dimenticati. Che ci siamo ancora."

La prima parte del libro e la conclusione sono state le parti migliori, questo però è davvero troppo poco per consigliare la lettura di questo romanzo. 


***


Trama

Esther Safran Foer è cresciuta in una casa in cui il passato faceva troppa paura per poterne parlare. Figlia di genitori immigrati negli Stati Uniti dopo essere sopravvissuti allo sterminio delle rispettive famiglie, per Esther l'Olocausto è sempre stato un'ombra pronta a oscurare la vita di tutti i giorni, una presenza quasi concreta, ma a cui era vietato dare un nome. Anche da adulta, pur essendo riuscita a trovare soddisfazione nel lavoro, a sposarsi e a crescere tre figli, ha sempre sentito il bisogno di colmare il vuoto delle memorie famigliari. Fino al giorno in cui sua madre si è lasciata sfuggire una rivelazione sconvolgente. Esther ha deciso allora di partire alla ricerca dei luoghi in cui aveva vissuto e si era nascosto suo padre durante la guerra, e delle tracce di una sorella di cui aveva sempre ignorato l'esistenza. A guidarla, solo una vecchia foto in bianco e nero e una mappa disegnata a mano. Quello che scoprirà durante il suo viaggio in Ucraina – lo stesso percorso che Jonathan Safran Foer ha immaginato per il protagonista del suo romanzo, Ogni cosa è illuminata – non solo aprirà nuove porte sul passato, ma le concederà, finalmente, la possibilità di ritrovare se stessa e le sue radici.

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