[RECENSIONE] Turbine di Juli Zeh

 Cari lettori, 

oggi parliamo di un libro poco conosciuto di narrativa contemporanea tedesca.






Recensione


Le persone hanno bisogno di stare a distanza. Gerhard aveva vissuto a Berlino quanto bastava per saperlo. Quel che prima non sapeva è che ci si può sentire stretti persino in un paese di duecento abitanti.


La storia narrata è ambientata in un paese immaginario di nome Unterleuten, una riserva naturale non lontano da Berlino.

Tutto il libro ruota attorno al progresso tecnologico che si scontra con la conservazione del paesaggio naturale, la possibile costruzione di un parco eolico all'interno del paese tedesco creerà forti tensioni tra le famiglie che abitano a Unterleuten.

In realtà le turbine eoliche sono solo lo strumento che usa l'autrice per evidenziare le differenze che ci sono tra le varie famiglie, che vivono nella riserva ornitologica; inizieranno a nascere delle forti differenze, tra le vecchie generazioni e le nuove, tra poveri e ricchi, tra chi vuole proteggere e conservare il territorio e a chi interessa solo il profitto finale,  a discapito delle persone e della natura che ci circonda.

Durante la lettura si percepisce che ci sono ancora dei forti rancori tra chi abitava tra la Germania dell'est e quella dell'ovest, probabilmente per chi è tedesco potrà sicuramente confermare quanto l'autrice racconta. 


Nessuno tranne Gerhard sembrava più credere che la felicità consistesse nel lottare insieme per una buona causa. Tutti cercavano la salvezza piuttosto nell’allenamento del corpo e della mente. Gerhard si vedeva circondato da atleti. Atleti degli studi, atleti della professione, atleti dell’amore, atleti della vita


I personaggi che ci vengono presentati nel libro sono molti, forse troppi, ogni persona che incontriamo nel testo è egoista e pensa solo al proprio tornaconto personale; andando avanti con la lettura conosciamo il loro passato, le loro speranze e i loro sogni per il futuro. I primi capitoli, per me, sono stati molto avvincenti, poi i POV differenti hanno rallentato il ritmo che si era creato all'inizio.

Ho apprezzato però come l'autrice sia andata in profondità e abbia delineato i personaggi in maniera credibile nessuno è completamente buono o cattivo, sono imperfetti ma reali, con i loro pregi e i loro difetti. 

Le turbine del titolo e la costruzione del parco eolico è un pretesto per rappresentare la vita di una piccola comunità eterogenea di persone  che lottano per quello in cui credono, che per vivere dignitosamente o per avere un futuro migliore farebbero qualsiasi cosa. 

La storia che mi ha interessato di più è quella di Gerhard e Jule, speravo fosse quella centrale ma non è stato così, il finale è stato drammatico anche se non all'altezza delle aspettative che avevo.

Da una parte mi è piaciuta la narrazione che in alcuni punti sfiora il noir, ma dall'altra parte i personaggi e le voci narranti sono davvero troppi e in alcuni punti l'autrice perde il focus della storia, che con cento o centocinquanta pagine in meno, poteva essere più coinvolgente. 

***


Trama


Sembra proprio che Gerhard e Jule abbiano trovato un angolo di paradiso. È il villaggio di Unterleuten, poco lontano da Berlino. Aperta campagna, aria pulita, romantici cottage: un luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si percepisce un'atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete, qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere... Quando una ditta decide d'impiantare un gruppo di turbine eoliche nelle immediate vicinanze del paese, si delinea un conflitto che va ben oltre le vite private dei personaggi: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra "perdenti-post-muro" e "vincitori-post-muro". Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, che culminerà in tragedia.

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