[RECENSIONE] Lo scalpellino di Camilla Läckberg


Cari lettori, 
oggi vi parlo del libro "Lo scalpellino" di Camilla Läckberg.
Questo  è il terzo capitolo della serie dedicata ai delitti di Fjällbacka.





Recensione:

Ancora una volta quest'autrice mi ha stupito e ha tenuta viva la narrazione dall’ inizio alla fine, intrecciano due storie su due piani temporali differenti.
Dopo “Il predicatore” non avevo molto aspettative su questa lettura, ma ogni volta che leggo un romanzo di quest’autrice, mi convinco sempre di più del suo grande talento.
Erica, la protagonista della serie,  è diventata mamma di Maja e le difficoltà con il compagno Patrik sono uguali a quelle di tutte le  coppie che sono alle prese con la nascita del loro primo bambino. A tutto questo si somma il fatto che Erica si senta molto sola e a volte  vorrebbe che il suo ragazzo fosse più presente e l'aiutasse con la bambina.
Il caso giallo del libro è incentrato sulla scomparsa della piccola Sara, le indagini saranno molto complicate e si andrà a scavare nella vita di tutti i personaggi.
La madre di Sara, Charlotte, ha stretto amicizia con Erica, quindi è interessante vedere come si evolve il rapporto tra le due donne e come questo influenzi le indagini. Anche in questo romanzo il personaggio Erica,  rimane un po’ defilato e sarà Patrick  a scoprire quale sia la verità.
Come ho detto per”Il predicatore” la scelta di lasciare da parte Erica è sicuramente credibile e azzeccata oltre che essere verosimile. Impensabile per una donna incinta o per una giovane mamma mettersi ad indagare, lasciando da sola la bambina.
Nel primo libro abbiamo conosciuto Erica, la sua passione per la scrittura, la sua fragilità ma anche la sua grande forza nel cercare di ricominciare. E' interessante capire come si evolverà il suo personaggio nei prossimi romanzi.
Tornando a questo libro, la ricerca della verità si rivela più complicata del previsto, il matrimonio di Charlotte è in crisi, da anni la madre della donna ha dei dissapori con i vicini e i genitori di Niclas, il padre di Sara, hanno rotto ogni rapporto con il figlio.
In più c’è un elemento che getta tutto nello sconforto, l’amichetta di Sara, Frida, dice che la sua migliore amica le abbia rivelato un segreto…
Camilla pone al centro del suo romanzo, la famiglia e quello che succede all’interno della stessa, un'analisi arguta e precisa sulle dinamiche e sui conflitti che possono nascere e crescere negli anni. Per poi diventare dei veri e propri drammi.
Una rete psicologica di affetti e di eventi del passato che si intreccia al presente, delineando un quadro drammatico e devastante.
Oltre alla storia”gialla” è interessante notare come l’autrice ha puntato la sua attenzione su Erica e su quella che possiamo definire una “crisi post-partum”, su questo punto vorrei dire che Patrik doveva essere sicuramente più presente e rassicurante nei confronti della sua fidanzata.
Come spesso mi capita di leggere, un’autrice per scrivere attinge dalla propria esperienza, dal proprio vissuto e ce ne rendiamo conto anche in questo testo, in quanto i bambini sono al centro della storia parallelamente alla famiglia e alla dinamiche che si instaurano in essa.
A me colpisce sempre la lettura di testi dove le vittime sono dei bambini, questo libro mi ha fatto riflettere e rabbrividire.
Ho apprezzato come l’autrice è riuscita, attraverso i personaggi, a restare allo stesso tempo partecipe e distaccata.

Al prossimo libro della serie!

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Trama:

La terza indagine di Erica Falck e Patrik Hedström.


Al largo di Fjällbacka, nella nassa di un pescatore a caccia di aragoste rimane impigliato il corpo senza vita di una bambina. Nei suoi polmoni ci sono tracce d’acqua dolce e sapone: qualcuno l’ha annegata in una vasca da bagno prima di gettarla in mare. Mentre Erica, mamma da poche settimane, è completamente assorbita da una neonata che tutto le offre fuorché le “gioie deliranti della maternità” che si aspettava, Patrik guida le indagini. Ma chi può aver voluto la morte della piccola Sara? Il paese è alla ricerca di un capro espiatorio, la gente bisbiglia, i conflitti nutriti negli anni si fanno più aspri: dentro le case dalle facciate perfette affiorano drammi familiari che il tempo non ha saputo placare.

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