RECENSIONE: Victims di Bo Svernström

Cari lettori,
oggi parliamo di un thriller che mi ha colpito moltissimo, si intitola "Victims" di Bo Svernström pubblicato dalla Longanesi editore.
Con questo libro spunto un'altra casella della Thriller book challenge di Emily (su IG emily_portolibresco) precisamente un thriller narrato da due punti di vista.





Recensione

Il libro è diviso in tre parti, devo subito dire che la prima e la terza mi hanno sicuramente coinvolto di più rispetto alla seconda.

Questo thriller è degno del suo nome, è un mix tra l'investigativo e lo psicologico, con delle scene molto crude e non adatte alle persone molto sensibili e impressionabili.

Il romanzo si apre, con il ritrovamento in un capannone agricolo di un uomo sospeso a mezzo metro di altezza, con i piedi inchiodati, senza i genitali, senza la lingua e con le dita tagliate all'altezza delle nocche.
Una scena molto forte e sconvolgente, leggerla e immaginarla è sicuramente diversa dal vederla, ma è decisamente molto raccapricciante e l'autore la descrive senza mezzi termini.
L'uomo non è morto, infatti ad un certo punto tenta di urlare, lo trasportano in ospedale ma per lui non ci sarà nulla da fare.

Oltre a questo omicidio, ce ne saranno anche degli altri, molto macabri e impressionanti.

A indagare sul caso c'è l'ispettore Carl Edson, un uomo di cinquant'anni con una grande esperienza lavorativa alle spalle, è divorziato e ha una figlia sedicenne.

" Come se avesse perso la capacità di accalorarsi, o di provare un'intensa sensazione di gioia,di rabbia bruciante di fronte alle ingiustizie o di dolore e nausea davanti alle indiscrivibili crudeltà che si era trovato ad affrontare nel corso della sua esistenza; restava solo il disicanto." 

E poi c'è Alexandra Bengtsson, una giornalista di cronaca nera, sempre alla ricerca di uno nuovo scoop da scrivere nel giornale dove lavora, il suo capo la sprona a scoprire e a cercare più informazioni possibili prima degli altri mezzi di stampa.

Il libro si concentra più sul caso da risolvere e su come si svolgono le indagini che sulla vita privata del protagonista o dei suoi collaboratori.

La prima parte è stata molto coinvolgente, non riuscivo a staccarmi dalla storia, mi ha appassionato e non mi sono annoiata a seguire le indagini.
I capitoli brevi, la narrazione serrata e la costante paura di ritrovare un altro particolare macabro  o un altro cadavere mutilato, sicuramente sono degli elementi che tengono  alta la tensione del lettore. I colpi di scena ci sono fino alla fine, tanto che l'ultimo non me lo aspettavo proprio, e ho esclamato un "wow" che di solito faccio fatica a pronunciare.

Il punto debole è la seconda parte, se nella prima il punto di vista era quasi esclusivamente di Carl, con dei capitoli in corsivo dove il POV era dell'assassino, la seconda parte è narrata da un'altra persona di cui non dirò il nome perché rischio di fare spoiler.
Però posso dire che questo cambio di prospettiva non me lo aspettavo proprio e forse ha penalizzato il mio giudizio finale, non ho capito questa scelta dell'autore, ma la rispetto perché forse ci voleva far vedere la storia da un'altra angolazione.

La descrizione delle mutilazioni e di quello che è successo a questi cadaveri è molto accurata, e il linguaggio che l'autore utilizza è molto diretto e crudo.

La vita personale del protagonista è solo accennata e questo per una volta l'ho trovato un aspetto positivo, alcuni thriller contemporanei tendono a lasciare molto spazio al contorno e non alla risoluzione del caso.

L'ambientazione così fredda e cupa di Stoccolma contribuisce ancora di più a rendere la storia macabra e misteriosa.

Il finale l'ho trovato interessante e inaspettato, la scrittura dell'autore mi ha coinvolto e appassionato e credo che ormai sia una fan degli autori scandinavi o di quelli nord europei.

L'autore ha scritto un altro libro con protagonista Carl Edson, che sarebbe la sua seconda indagine, quindi speriamo che presto possa leggere anche quest'altro romanzo.

Un thriller che finalmente posso consigliare senza troppi dubbi, anche se a un lettore che si approccia a questo genere non gli direi di iniziare da un libro così "forte".
E' l'ideale per i thriller addicted che amano le ambientazioni cupe e fredde.

***

Trama

Quando il corpo mutilato di un uomo viene trovato in un fienile a nord di Stoccolma, l'ispettore capo Carl Edson e la sua squadra si preparano per quella che – nonostante l'insolita e atroce crudeltà verso la vittima – sembrerebbe un'indagine per omicidio abbastanza semplice. Questa sensazione, però, dura molto poco: avvicinandosi al corpo, si rendono conto che l'uomo è ancora vivo. Ma anche questo, sfortunatamente, dura molto poco: trasportata d'urgenza in ospedale, la vittima muore in circostanze misteriose. Forse il killer è tornato a finire il lavoro? Sulla scena del crimine accorre prima di tutti gli altri colleghi Alexandra Bengtsson, tenace giornalista di cronaca nera, a caccia di notizie. Ed è proprio lei a fare una curiosa scoperta: un mazzo di chiavi che potrebbe essere collegato all'assassino e che la trascina al centro delle indagini. Mentre la polizia dà la caccia all'artefice del crimine, nuovi cadaveri vengono rinvenuti in circostanze analoghe al primo. Il team investigativo ora sa che il caso è tutt'altro che di routine e che è solo questione di tempo prima che il killer colpisca di nuovo, in modi sempre più efferati. Resta da capire, e in fretta, qual è lo schema che collega le vittime e chi le ha prese di mira. Carl e Alexandra sono risucchiati nel vortice delle indagini che porteranno alla luce un passato oscuro e violento, ponendo una domanda alla quale sembra impossibile rispondere: chi è la vittima e chi è davvero il criminale?


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