[RECENSIONE] Il verdetto di Graham Moore

 Cari lettori,

stavo cercando da tempo un legal thriller che mi incuriosisse,  complice anche la visione questo inverno di una serie tv legal che mi ha appassionato moltissimo.




Recensione


"Le persone innocenti volevano sempre strillare ai quattro venti quello che era accaduto per davvero; ma spesso, da un punto di vista legale, la difesa migliore non era la verità."


"La difesa migliore non è la verità" è proprio questo il messaggio che ci vuole lasciare questo romanzo, in alcuni casi la verità viene manipolata, distorta e un buon avvocato può ribaltare le cose. La giustizia però dovrebbe sempre cercare e trovare la verità, almeno si spera che lo faccia, in un moderno sistema giudiziario, quanto è facile  cambiare le prove o invernarne di nuove? Quanto è facile cambiare i risultati di un test, quanto i reperti di un caso giudiziario possono essere contaminati?

Io direi che tutto è possibile. 

La protagonista Maya Seale  è un avvocato penalista in carriera e come ogni giorno è in tribunale e sta partecipando a un'udienza. Ma un incontro inaspettato la attende, trova davanti a lei Rick, una persona che viene dal passato e che vuole dimenticare. Dieci anni prima Maya aveva partecipato come giurata al processo che riguardava la scomparsa di Jessica Silver e il suo professore Bobby Nock, era stato accusato di omicidio,. Era stata Maya a convincere gli altri giurati che Bobby fosse innocente e alla fine del processo l'imputato era stato assolto.


"I tribunali erano tra gli ultimi luoghi in cui tutte le classi sociali si ritrovavano ancora spalla a spalla: ricchi, poveri, vecchi, giovani, persone di ogni sfumatura razziale ed etnica presente a Los Angeles sfilavano insieme sul pavimento di marmo. "

 

Anche Rick era uno dei giurati e ora vuole coinvolgere Maya in una docu-serie prodotta da Netflix che ripercorre il processo e mette in dubbio l'assoluzione di Bobby, l'uomo dice di essere anche  in possesso di alcune importanti prove che proverebbero che l'ex professore era colpevole. Rick aveva scritto anche un libro per raccontare la sua esperienza e si era scusato con la famiglia della ragazza perché si era pentito della sua decisione. 

Maya non vuole sapere più niente di quella storia che ha sconvolto la sua vita e quella degli altri giurati ma soprattutto non vuole ripercorrere i lunghi mesi di isolamento, la fine del processo e non vuole ammettere che può aver sbagliato e che Bobby sia effettivamente colpevole. Alla fine però accetta, ma le cose precipitano e non le rimarrà altro che indagare e capire cosa sia successo dieci anni prima.

Maya è un personaggio che può risultare alquanto antipatico e scomodo, oggi è un famoso avvocato penalista che deve l'inizio della sua carriera al processo in cui è stata coinvolta come giurato, sicuramente il duro lavoro, lo studio e la sua bravura l'hanno portata a diventare socia dello studio dove lavora. Non ho trovato una protagonista che abbia avuto un'evoluzione durante la storia è stata un po' trascinata dagli eventi in cui è stata coinvolta e ha dovuto difendersi e salvarsi, non l'ho particolarmente apprezzata. 

Oltre all'aspetto legale, il libro affronta anche il  razzismo, argomento quanto mai attuale in America, Jessica era bianca mentre Bobby è un uomo di colore e solo questo basterebbe a molte persone per avere un pregiudizio negativo nei confronti dell'ex professore. 

Il razzismo è un tema molto vivo e sentito in America quindi averlo inserito ai miei occhi ha dato maggiore credibilità al testo, ho anche apprezzato che l'argomento non sia stato trattato con eccessiva drammaticità.  


"Per la prima volta nella storia, un nero a L.A. non è stato condannato per un crimine che ha commesso. Il contrario accade ogni giorno. Ma è questa l’ingiustizia contro la quale vuoi lottare tutta la vita? Davvero? Proprio questa?"


La narrazione risulta molto scorrevole, i capitoli sono alternati al tempo presente e dieci anni prima all'epoca del processo dove si avvicendano le voci narranti dei vari giurati, che ci fanno conoscere  e capire come è cambiata la loro vita. 

Nonostante la storia sia ben costruita, non mi ha impressionato come mi aspettavo, credo che manchi un po' di suspense sicuramente questo è normale quando parliamo di un legal thriller però credevo ci fosse di più dietro a questa storia. Un romanzo che  ho trovato più forte dal punto di vista dello stile e della costruzione della storia piuttosto che nello sviluppo della trama, dove i colpi di scena erano per me molto prevedibili. 

Il finale è stato molto interessante, qualcosa l'avevo già intuita durante la lettura ma anche qui pensavo a un qualcosa di diverso, tutta la parte legal mi ha colpito e mi ha fatto riflettere sull'innocenza e sulla verità e di quanto siano "manipolabili" e quanto oggi i social, internet possano far cambiare idea alle persone e distorcere la realtà.

E' un buon thriller che mi sento di consigliare a chi ama quelli legal, ma devo avvertirvi che il ritmo è abbastanza piatto e c'è poca suspense, quindi non tutti lo potrebbero apprezzare.


***

Trama

È il caso più sensazionale degli ultimi anni. La quindicenne Jessica Silver, ereditiera di un patri monio di miliardi di dollari, di ritorno da scuola svanisce nel nulla. Bobby Nock, il suo giovane insegnante, è il primo sospettato, lo dice anche quel sangue trovato nella sua auto. Lui è nero, lei è bianca. Il processo che lo vede al banco degli imputati tocca tutti i nervi scoperti dell’America: ci sono le questioni razziali, le differenze di classe, i comportamenti sessuali, i pregiudizi del sistema giudiziario. La sentenza sembra già scritta, la condanna garantita. I membri della giuria, sequestrati da cinque mesi in un albergo, non vedono l’ora di tornarsene dalle loro famiglie. Ma una sola giurata, Maya Seale, è fermamente convinta dell’innocenza di Nock e riesce a portare dalla sua parte il resto della giuria. Il verdetto di assoluzione scatenerà l’indignazione dell’opinione pubblica. I giurati, uno a uno, verranno messi in croce dai media. Uno a uno si pentiranno di quella decisione.

Dieci anni più tardi, una docuserie di Netflix riporta quelle stesse dodici persone nell’albergo del verdetto, e al centro della scena c’è ancora lei, Maya Seale, diventata nel frattempo avvocato penalista. C’è chi sostiene di avere nuove prove per riaprire quel caso. C’è chi vuole impedire che venga riaperto. A ogni costo. Per Maya è arrivato il momento della resa dei conti. Perché, lo sa bene ormai, un verdetto, di colpevolezza o di innocenza, non è mai specchio della verità.

Legal thriller al cardiopalma, Il verdetto è la riconferma del grande talento narrativo di Graham Moore, premio Oscar alla sceneggiatura per "The Imitation Game"

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