[RECENSIONE] L'erede misterioso di Georgette Heyer

Cari lettori, 

oggi torniamo in Inghilterra e parliamo dell'ultimo libro che la Astoria edizioni ha pubblicato di Georgette Heyer, dal titolo "L'erede misterioso", che uscì nel 1959.





Recensione


A Darracott Place sta per arrivare il nuovo erede del lord, l'uomo si chiama Hugo, è un militare, figlio del secondogenito dell'uomo, ma nessuno lo conosce perché il padre era stato cacciato dopo essere entrato nell'esercito e aver sposato una tessitrice.

Lord Darracott ha un brutto carattere, vuole che tutti i membri della famiglia si comportino come lui pensa sia giusto ed è costretto ad accogliere Hugo, dopo aver perso anche il suo primogenito e suo nipote che dovevano ereditare il titolo e i suoi beni.

Hugo sembra essere un pesce fuor d'acqua, non si comporta come un gentiluomo del suo status dovrebbe fare, dice ciò che pensa, ha un forte accento del Nord, non viaggia in carrozza e non ha nemmeno un cameriere personale.

Il protagonista è un personaggio divertente e ironico, che sembra non avere dei difetti così eclatanti, non ha pregiudizi, non commette errori, cerca di farsi accettare e di creare un rapporto d'amicizia con gli altri membri della famiglia.  

Hugo non viene accolto molto bene,  i Darracott si aspettano una persona ignorante, rozza ma così non è e quando Hugo capisce che loro lo hanno giù giudicato, cerca di dimostrare il contrario e di  guadagnarsi la loro fiducia. 


Cinque paia di occhi lo osservarono con vari gradi di stupore, ostilità e disapprovazione. Si guardò intorno, una comica espressione di sgomento negli occhi di un azzurro intenso, mentre un acceso rossore si diffondeva sotto l’abbronzatura. Tre dei gentiluomini lo stavano scrutando attraverso l’occhialino; e uno, che ritenne essere suo nonno, lo osservava corrucciato da sotto le folte sopracciglia.

Come personaggio l'ho trovato poco verosimile e non l'ho apprezzato molto anche se non fa nulla per farsi odiare allo stesso modo non è riuscito a convincermi del tutto, questo suo essere apparentemente privo di difetti non lo ha reso interessante ai miei occhi. 

Lord Darracott vorrebbe che Hugo imparasse le buone maniere dai nipoti che ritiene più idonei e preparati e che sposi sua nipote Anthea, ma la ragazza non è d'accordo anzi non è proprio interessata all'uomo venuto dal nord.

L'anziano Darracott ha anche un figlio più giovane ma non lo contempla come erede né lui né i suoi nipoti, che invece si aspettavano di avere una possibilità al posto di Hugo. 


“[... ]Il suo orgoglio è di un tipo particolare, che non viene intaccato da debiti e proprietà ipotecate. Pensate di ereditare una fortuna oltre al titolo? Sarete tristemente deluso!”


Ho trovato che la narrazione fosse in alcuni punti molto lenta e ci fosse poca azione e più dialoghi e tutto accadesse per caso senza uno schema ben congeniato, anche la storia d'amore è stata un po' improvvisata. In alcuni momenti ho ritrovato la Heyer che mi era piaciuta in altri libri,  ma forse erano veramente pochi per apprezzare questo romanzo.

La trama è buona nella prima parte, mi aspettavo un po' di suspense, di ironica e di romanticismo solamente che questi elementi sono davvero marginali e la narrazione risulta alquanto noiosa, ma le ultime cinquanta pagine risolvono un po' tutto quello che era rimasto in sospeso. 


***


Trama

C’è fermento a Darracott Place, antica ma decaduta magione nel Sud dell’Inghilterra. È in arrivo Hugo, il nuovo erede di titolo e beni del tirannico lord Darracott, il cui carattere è divenuto ancor più irascibile dopo la morte del primogenito Granville e di suo figlio Oliver, annegati al largo della Cornovaglia durante una sfortunata spedizione navale.

Hugo, militare di carriera, è sconosciuto a tutti gli altri Darracott. È figlio, infatti, del secondogenito del dispotico capofamiglia, ripudiato da quest’ultimo per aver sposato una tessitrice. Il suo arrivo, quindi, è visto con grande avversione sia da chi pensava di ereditare il titolo, sia semplicemente da chi dà per scontato che Hugo sia uno zotico; anche la ribelle Anthea, sua cugina e promessa sposa per volere del nonno – che vuole rialzare il tasso di sangue blu in famiglia – teme di fare un pessimo matrimonio.

Hugo in effetti appare fin da subito piuttosto avulso dal contesto in cui dovrà inserirsi: non ha un cameriere personale, non viaggia in carrozza e parla nel rustico dialetto dello Yorkshire. Ma è davvero un “borghesuccio” come tutti temono o in realtà si diverte a prendersi gioco dei suoi nobili parenti? 

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