[RECENSIONE] Il codice Rose di Kate Quinn

Cari lettori,

questo è un romanzo che rientrerebbe nella mia confort zone almeno sarebbe stato così fino a qualche anno fa, ora non lo credo più, forse perché questo genere di libri mi sembrano un po' tutti uguali a partire dalle copertine che sono simili. Per le cover parlo dell'edizione italiana che usa dei programmi di grafica dove risulta tutto artefatto, almeno questa è la mia impressione.






Recensione


Le protagoniste della storia sono Osla, Mabel e Beth, tre donne molto diverse tra di loro che si incontrano lavorando, con ruoli diversi,  per l'unità operativa di Bletchley Park.  La vicenda inizia nel 1947 quando Osla riceve un messaggio in codice e capisce che lei e le altre due ex amiche devono riunirsi, nonostante non si siano più sentite né viste dal 1944.

Bletchley Park, è chiamata anche Stazione X, ed è stata veramente durante la seconda Guerra Mondiale, il luogo dove vi è stata la sede della principale unità operativa di crittoanalisi inglese, che cercava di decifrare i messaggi che si scambiavano la Germania e i paesi alleati.


C’erano fossati anticarro lungo tutta Watling Street, e i titoli dei giornali parlavano solo dei Messerschmitt tedeschi che sfioravano la costa coi loro musi. Beth si sentì chiedere: «I tedeschi ci concederanno un dopo la guerra?»

Era il genere di domanda che nessuno faceva a voce alta, ma Dilly non la rimproverò per essersi lasciata abbattere. «C’è sempre un dopo. Solo non sappiamo ancora come sarà. Finisci di bere, vedrai che ti sentirai molto meglio.»


Durante la guerra Beth è la prima a scoprire dell'esistenza di una spia e ora sembra che sia ricomparsa e che voglia colpire di nuovo sferrando il colpo decisivo.

La storia va avanti e indietro tra il 1947 e gli anni della guerra quando le protagoniste si sono conosciute, la vicenda narrata è legata a quello che è accaduto realmente durante il secondo conflitto mondiale, però la storia risulta essere molto lenta;  avrei eliminato molti dettagli superflui e almeno duecento pagine. C'era bisogno di più azione, di  più ritmo.

L'autrice concentra maggiormente la storia sulla parte sentimentale della vita delle tre ragazze tralasciando la parte più interessante che è legata al loro lavoro di spie e di crittoanalisi dei codici tedeschi, questo ha reso la trama molto debole. Inoltre, i capitoli ambientati nel 1947 si soffermano sull'imminente matrimonio inglese della regina Elisabetta, ma non ho capito perché sia stata data così tanta importanza alla sotto trama del principe Filippo e Olga che ha sicuramente un'attinenza storica, ma l'ho trovata fuori luogo. A me non interessava per niente il countdown per il matrimonio reale e ho trovato che fosse stato lasciato troppo spazio al plot secondario. 

Avrei preferito che il focus della storia fosse la guerra e il lavoro delle spie e meno la parte romance che invece mi sembra essere la trama principale, se lo avessi saputo non lo avrei nemmeno iniziato. Purtroppo con l'andare delle pagine la storia perde di interesse e diventa molto prevedibile.


«Sai perché voglio solo donne nella mia squadra? Non perché ami circondarmi di bei visetti, anche se Dio solo sa quanto siete più belle di un gruppo di secchioni universitari coi denti da cavallo e con la forfora. No, cerco le mie reclute tra le donne perché, per la mia esperienza, sono più brave in questo tipo di lavoro.»

Beth sbatté le palpebre. Non aveva mai sentito nessuno dire che delle giovani donne fossero più brave degli uomini a svolgere una qualsiasi mansione, a meno che non fosse cucinare o cucire.


Ho adorato il club letterario e i continui riferimenti alle opere classiche, soprattutto nella prima parte del libro.

Quello che non ha funzionato per me è l'eccessiva lunghezza del libro non giustificata da una trama solida e ben strutturata, togliendo alcune sotto trame e molti dettagli romantici avremmo ottenuto un libro più corto e più coinvolgente. L'unica cosa che è positiva è sicuramente il fatto che l'autrice si ispira a fatti e a  personaggi realmente esistiti, purtroppo in alcuni momenti si capiva, chiaramente, che la storia fosse romanzata e poco verosimile.

Trovo che l'idea iniziale fosse buona perché è sempre giusto ricordare chi ha contribuito a fare finire la guerra e ha combattuto per la pace, però rimane un'occasione mancata aver lasciato troppo spazio alla vita privata delle protagoniste e meno a quello che era il loro lavoro.

Questo libro l'ho trovato simile ad altri che trattano lo stesso argomento e che ci vengono proposti negli ultimi anni, partano da un fatto realmente accaduto ma poi l'autrice si prende troppa libertà narrativa.


***

Trama 

Erano diversissime, ciascuna reclutata in base a un talento specifico: la ricca e colta Osla come interprete, l'umile e ambiziosa Mabel come dattilografa e Beth - la più timida ma anche la più brillante - come crittoanalista. Eppure, in breve tempo, le tre giovani erano diventate inseparabili. Almeno fino a quel fatidico giorno del 1944, quando la scure della guerra si era abbattuta su di loro con tutta la sua forza, spezzando il legame che le univa... Sono passati tre anni da allora, tre anni in cui Osla ha cercato di dimenticare Bletchley Park e la tragedia che si è consumata tra le sue mura. Però tutto cambia nel momento in cui riceve per posta uno strano messaggio, una sequenza di lettere apparentemente senza senso. Osla capisce subito chi gliel'ha mandata e il pericolo che rappresenta. Perciò contatta Mabel: anche se non si sono lasciate bene, è sicura che la aiuterà a sventare la minaccia che incombe non solo su di loro, quanto sull'intero Paese. In quel messaggio, infatti, è nascosta la chiave per confermare un sospetto che Beth nutriva già nel '44, un sospetto cui nessuno voleva credere, eppure abbastanza fondato affinché qualcuno la screditasse, arrivando perfino a rinchiuderla in un ospedale psichiatrico. A Bletchley Park si aggirava un traditore, una spia che è sopravvissuta alla guerra e che adesso sta per sferrare il suo attacco, proprio alla vigilia del matrimonio della principessa Elisabetta e del principe Filippo. Mabel e Osla sono quindi costrette a mettere da parte le divergenze e a lavorare insieme, spinte dal senso del dovere e dalla volontà di rendere giustizia a Beth. E, forse, anche dalla speranza che il destino stia dando loro l'occasione di lasciarsi finalmente alle spalle i rancori del passato e di riannodare il filo della loro amicizia. Perché non c'è vittoria più amara di quella celebrata in solitudine, né bene più prezioso del sostegno delle vere amiche. 



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