[RECENSIONE] Noi siamo luce di Gerda Blees

 Cari lettori

oggi parliamo di un libro di narrativa contemporanea che si basa su un fatto di cronaca  realmente accaduto nel 2017 a Utrecht, in Olanda.






Recensione 


Noi siamo la scena del crimine. Fino a pochissimo tempo fa eravamo soltanto una casa, molto simile a tutte le altre case nel quartiere, anche se con un paio di abitanti un po' sui generis e un aspetto leggermente diverso. Ma da quando al nostro interno è morta una persona ed è arrivata la polizia, ci chiamiamo «scena del crimine»


Elisabeth è morta in un appartamento dove risiede con la sorella Melodie e con Muriël e Petrus;  loro quattro fanno parte di una piccola comunità chiamata "Suono e Amore" che ha l'obbiettivo di liberare il proprio corpo da ogni fonte di contaminazione e questo comprende anche il cibo. Tutto questo per avere una crescita personale e per eliminare tutto ciò che di brutto c'è nella società, nel nostro mondo. 

Viene accertata  che la causa del decesso è la malnutrizione e i tre vengono arrestati con l'accusa di omissione di soccorso.

Melodie è  la sorella della vittima e la leader del gruppo, è una violoncellista mancata e guida gli altri nel loro percorso di "rinascita" interiore accogliendo le loro emozioni, meditando e ascoltando la musica. Tutto questo per trovare il proprio io, per essere connessi con la propria anima. per imparare ad ascoltarsi. I quattro affrontano assieme il processo dei 9 giorni, dove alla fine riescono a liberarsi anche dal cibo.

Melodie continua a ripetere agli investigatori che quello che è successo è stato un bene per Elisabeth che ha seguito un processo naturale e che né lei né gli altri coinquilini hanno commesso un crimine; anzi,  si sente vittima di un sistema e di una società che non ha compreso la sua scelta di vita. Non ha nessun dubbio sul percorso che ha intrapreso e su quello in cui crede.


Abbiamo scoperto che nella nostra vita il cibo è un fattore di dipendenza e distrazione enorme, ancora più grande di quanto pensassimo. Ora che ce ne siamo liberati, possiamo scegliere che importanza dargli in futuro. E da questo ricaviamo moltissima energia per concentrarci sulle cose davvero importanti: sviluppo e crescita personali e contatto reale, sentire dentro di sé di cosa si ha bisogno e da questa sintonia creare una nuova storia (un altro suono!), per una maggiore armonia (amore!) e un'esistenza più naturale e sostenibile, senza gravare sul nostro pianeta.


Per Muriël e Petrus le cose sono diverse, il tempo che trascorrono da soli li fa vacillare e pensano alla loro vita ma anche a quello che è successo a Elisabeth; è stato giusto non interrompere il digiuno? La loro coinquilina si sarebbe potuta salvare?

Questo romanzo è un po' particolare nella struttura in cui si presenta, è formato da venticinque capitoli con voci narranti differenti che osservano quello che accade, dal loro punto di vista, vediamo cosa pensano  i coinquilini della vittima, i famigliari, gli  investigatori, il medico legale. La storia viene raccontata non solo attraverso le persone, ma anche grazie a un oggetto, un odore, uno strumento. Oltre a questo l'autrice sceglie di utilizzare la prima persona plurale, facendoci sentire parte della storia, coinvolgendo così anche noi lettori nel romanzo.


Noi siamo la dissonanza cognitiva. La sensazione spiacevole che vi assale quando la realtà non sembra conciliarsi con le vostre convinzioni. Quando in base al vostro comportamento siete costretti a constatare che in effetti siete più meschini, mediocri e permalosi di quanto non abbiate mai pensato. Siamo la smorfia che per un attimo vi contrae il volto, solo pochi secondi, giusto per darvi il tempo di inventare una versione che capovolga i fatti, o il vostro coinvolgimento nei fatti, così da far di nuovo quadrare tutto. Noi siamo il padre e la madre del vostro autoinganno.

L'autrice non dà mai un giudizio su quella che è stata la scelta di questo gruppo di quattro persone, si limita a raccontare cosa può portare a credere fermamente in un ideale, in qualcosa che si pensa possa migliorare la propria vita; ma quando questo diventa un ossessione oppure viene estremizzato le conseguenze possa essere disastrose.

Lo stile dell'autrice è diretto e crudo, personalmente devo dire che ho apprezzato molto questa storia che affronta un tema delicato ma molto attuale come quello del cibo, l'anoressia in questo caso, è di come la società possa creare dei modelli di bellezza sbagliati. Sta a noi seguire la strada giusta e capire cosa è meglio per la nostra vita, per il nostro benessere personale e non seguire quello che la società vorrebbe per noi. 

Il finale aperto segue l'idea dell'autrice e lascia a ognuno di noi trarre la conclusione che preferiamo, infatti nel testo non troviamo mai una presa di posizione, non c'è un giusto o un sbagliato, c'è solo la nostra idea che possiamo avere dopo aver finito la lettura.


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Trama


Nel cuore di una notte d'estate, Elisabeth, la più anziana residente della comunità «Suono e Amore», muore per malnutrizione: la decisione di vivere solo di aria e luce sembra esserle stata fatale. I suoi compagni – Melodie, Muriël e Petrus – vengono arrestati con l’accusa di omissione di soccorso e da magrissimi idealisti ultraterreni ai margini della società, i tre diventano improvvisamente sospettati di un crimine.

Blees entra nella mente delle persone coinvolte: in quella di Melodie, leader del gruppo e sorella di Elisabeth, che pensa che «tutto sia andato molto bene»; in quella di Petrus, che ha imparato a controllare i suoi scatti d'ira nella comunità; e in quella di Muriël, che cerca di calmarsi nella sua cella di detenzione, mentre si domanda se hanno fatto la cosa giusta.

Intanto ventiquattro narratori prendono il sopravvento sulla storia: il profumo di un'arancia, la notte, due sigarette, un violoncello solitario, il pane che non viene mangiato, un paio di calzini di lana. Ognuno dei soggetti coinvolti offre una risposta diversa alla domanda su come potrebbe essere morta Elisabeth. Ma poi, come si è arrivati a tutto questo? Cosa è successo? Di chi è la colpa?

Liberamente ispirato a una storia vera, Noi siamo luce è un romanzo intenso e acuto su piccole persone in un grande mondo, e sul loro desiderio unificante ma distruttivo di credere in degli ideali. 

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