Cari lettori,
oggi vi parlo di un libro che mi ha delusa moltissimo, parliamo di Reykjavík di Ragnar Jónasson e Katrín Jakobsdóttir, edito da Marsilio.
La narrazione parte dal 1956 fino al 1986, tra l'isola di Viðey e Reykjavík.
Recensione
Il libro parla della scomparsa di Lara, una ragazza di quindici anni che lavorava come cameriera nella casa dell'avvocato della Corte suprema Oskarsson nell'isola di Viðey.
Il romanzo copre all'incirca trent'anni, anche se la storia si svolge principalmente nel 1986.
Questo libro ha una narrazione molto noiosa, manca di suspence e di ritmo assolutamente fondamentali per un thriller. La trama è molto debole e troppo semplice, i dialoghi e la costruzione dei personaggi sono molti scarni e poco approfonditi.
Questo romanzo aveva un buon potenziale, un'ambientazione magnifica che si poteva sfruttare meglio, in più la narrazione era ambientata negli anni ottanta dove le indagini erano più difficili, con meno strumenti e meno possibilità di analizzare le prove.
A tutto questo si aggiunge il fatto che la scomparsa era avvenuta trent'anni prima e il detective a cui era stato assegnato il caso non ha potuto andare a fondo nella vicenda.
Principalmente manca la costruzione di una trama solida, una continuità degli eventi, le dinamiche e i colpi di scena e in più i personaggi risultano essere piatti.
Non c'è un vero dramma, una vera trama crime, non c'è niente, purtroppo mi sono sforzata di cercare di capire gli autori, come mai abbiano costruito questa storia. Per fortuna è un testo corto per cui sono riuscita a finirlo, però è stato faticoso.
Alla fine del libro gli autori ci indicano che scrivere questo romanzo è stato un processo lungo e ripreso in momenti differenti, questo ha rafforzato la mia idea che questo romanzo avesse una costruzione non chiara; questo è dovuto quindi all'aver ripreso in mano più volte il testo e nell'avere delle opinioni contrastanti sullo sviluppo della trama.
Era forse meglio non continuare e scrivere qualcosa di diverso? Purtroppo questo testo non è all'altezza di essere considerato un thriller.
Non lo consiglio.
***
Trama
Nell’estate del 1956, Lára Marteinsdóttir sparisce misteriosamente da Viðey, un’isola a pochi minuti di traghetto da Reykjavík. Ha soltanto quindici anni e, per raccogliere qualche soldo durante le vacanze, lavorava come domestica nella casa di un noto avvocato e della moglie, unici abitanti di quella striscia di terra battuta dal vento; per il resto, solo uccelli marini che stridono sulla costa prima di tuffarsi nelle acque dell’oceano Atlantico. Il suo diventerà il cold case più celebre d’Islanda. Cos’è successo a Lára? È stata lei a decidere di andarsene o qualcuno l’ha costretta? Potrebbe essere ancora viva? Trent’anni dopo, l’ombra della ragazza scomparsa si stende ancora sul paese e lo perseguita. Mentre la capitale festeggia i duecento anni dalla sua fondazione e si prepara a ospitare il vertice tra Reagan e Gorbaciov, un giornalista in cerca di fama si interessa al fascicolo dell’indagine, ai tempi archiviata troppo in fretta. Ha trovato nuove informazioni ed è convinto di avere uno scoop tra le mani, ma non sa di essere in le sue domande danno fastidio a persone molto influenti. Qualcuno è disposto a tutto purché la verità su Lára rimanga sepolta.


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