[RECENSIONE] Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Cari lettori,

oggi parliamo di un classico intramontabile, parlo de "Il grande Gastsby" di Francis Scott Fitgerald, io ho acquistato l'edizione della Newton Compton editori.





Recensione

Questo libro mi ha colpito moltissimo, un romanzo breve ma molto intenso che sicuramente richiederebbe un maggiore approfondimento.

"Tutte le volte che ti viene da criticare qualcuno" mi ha detto "ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai tu." 
Ci troviamo nella New York dei ruggenti anni venti, che l'autore descrive in tutta la sua bellezza sia positiva che negativa; anni di ritrovato benessere e di pace dopo la fine della prima guerra mondiale. Gli americani erano molto provati dalla crisi economica e dagli effetti che il conflitto aveva avuto sulle persone.

Ma Fitzgerald si sofferma nel raccontarci gli americani ricchi, tra le loro ipocrisie, le spese folli e i pregiudizi della società, ma in particolare approfondisce il contrasto tra chi è nato in una famiglia  benestante e lo è da generazioni e  chi invece è diventato ricco in seguito, come Gatsby, il protagonista della storia.

L'obbiettivo di Gatsby è quello di riconquistare Daisy, incontrata prima della guerra e mai dimenticata;  tutto quello che fa è solo e unicamente per lei,  le grandi feste, lo sfarzo non sono per aumentare il proprio ego ma per attirare l'attenzione della ragazza.

"Non si può rivivere il passato?" esclamò incredulo. "Certo che si può!" 

 

Sicuramente Gatsby la ama alla follia, probabilmente anche riconquistarla può essere una sorta di "rivincita" nei confronti della società che non vede di buon occhio i nuovi ricchi, anche se io vedo nell'autore una sorta di denuncia sociale, come a farci notare quanto fossero "indietro" gli americani dell'epoca  e non accettassero il diverso. E' una mia visione sicuramente sbaglierò, certo Fitzgerald ci descrive e ci racconta solo quello che ci vuol far vedere, il resto lo dobbiamo intuire.

Gatsby è ancorata al passato, al ricordo e all'immagine che lui si era fatto di Daisy ma che non corrisponde alla realtà.
Daisy è odiosa, frivola, stupida e priva di sentimenti e non ama Gatsby;  quando si rincontrano è sicuramente affascinata dalla sua ricchezza, dall'uomo che è diventato ma non alla persona,  al ragazzo che aveva conosciuto anni fa. 

"Un mondo nuovo, materiale senza essere reale, dove poveri fantasmi, respirando sogni come aria, vagavano a caso... come quella figura cinerea e fantastica che scivolava verso di lui tra gli alberi amorfi."

Non conosco l'autore, questo è il primo libro che leggo di Fitzgerald, quindi probabilmente avrò detto un sacco di cavolate, questo libro mi è piaciuto, capisco anche che non sia facile per alcuni questa lettura, però credo sia necessaria nel bene o nel male. Al dì là del gusto personale andrebbe letto questo libro.

La mia difficoltà è stata la parte iniziale, ma dopo poche righe ero già dentro alla storia.

Non posso non riconoscere che l'autore scrive divinamente, ci sarebbero molte citazioni su cui varrebbe la pena soffermarsi e inoltre ci ha lasciato una testimonianza importante e un ritratto vivido del mondo in quegli anni.

Questo libro passerà i secoli e rimarrà sempre un classico intramontabile.

Da leggere almeno una volta nella vita!

***

 

Trama:

L’essenzialità, la finezza descrittiva e la nitidezza del procedimento narrativo (la storia è raccontata attraverso il punto di vista di Nick, vicino e amico di Gatsby), la creazione sapiente di personaggi indimenticabili hanno fatto ormai di questo romanzo un punto fermo, un “classico moderno”. Lo scenario è quello dei frenetici anni Venti, di cui Fitzgerald stesso e la moglie Zelda furono favolosi protagonisti tra New York, Parigi e la Costa Azzurra. Attraverso le sue feste brillanti e stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, il «grande Gatsby», il misterioso, affascinante e inquieto protagonista, non mira tuttavia che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Al di là della romantica suggestione, il sogno di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, come l’originario “sogno americano” di un Mondo Nuovo, che, come ogni sogno di purezza astratta, la realtà frantuma e disperde. 

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