[RECENSIONE] L'AMMINISTRATORE DI ANTHONY TROLLOPE

Cari lettori, 

questo è il primo romanzo dell'autore che leggo e ne sono rimasta affascinata.




Recensione

L’Amministratore è il primo dei sei romanzi  della serie delle “Cronache del Barsetshire”, pubblicato per la prima volta nel 1855.

Il protagonista di questo libro è il Reverendo Septimius Harding, primo cantore nella cattedrale di Barsetshire e amministratore del ricovero per anziani di Hiram. 

Al centro della vicenda c'è l'azione legale che il dottore John Bold intraprende nei confronti di Harding, sulla scia di molti casi simili che fecero scalpore nell'Inghilterra dell'Ottocento.

L'accusa era quella di aver incassato una rendita eccessiva rispetto a quanto era stato destinato agli anziani del ricovero.

Il reverendo Harding viene descritto come una persona di cuore, un uomo buono, gentile e affettuoso, è molto stimato e apprezzato dalla comunità in cui vive, quando il signor Bold gli lancia questa accusa inizia a sentirsi in colpa e a mettersi in discussione;  che sia davvero giusto aver ricevuto per anni questa rendita? Gli spettava veramente?

John Bold è un medico molto giovane, coraggioso, di bell'aspetto, appassionato e divertente  e che dispone di una discreta fortuna lasciata in eredità dal padre. E' animato dal forte senso di giustizia nei confronti dei più deboli, non ha nessuna intenzione di danneggiare il reverendo Harding, che conosce e stima come persona. Per lui è una questione di onestà e di imparzialità.

John non esercita la sua professione di medico per vivere perché non ne ha bisogno visto che è molto ricco e potrebbe vivere tranquillamente senza lavorare.


"E' così Bold si sedè sul terreno morbido ad ascoltare, o meglio a pensare a quale fosse, dopo tanta armonia, il modo migliore di introdurre un argomento ricco di tanta discordia, tale da turbare la tranquillità di chi era così, pronto ad accoglierlo con gentilezza."

 

A sostenere il reverendo Harding è suo genero l'Arcidiacono Grantly, figlio del vescovo, che ha sposato la figlia maggiore del Reverendo, Susan.

L'uomo difende il suocero non perché è convinto della sua buona fede, ma per tutelare e salvaguardare l'immagine della Chiesa e ad andare contro Bold, per un' antipatia nei suoi confronti.

La situazione si complica quando la notizia viene pubblicata sul quotidiano Jupiter, che è un chiaro riferimento al più famoso Times. 


"E se fosse stato provato agli occhi del mondo che lui, la cui vita era stata così felice, così tranquilla, così tranquilla, aveva fagocitato ottocento sterline, a cui non aveva diritto e che non avrebbe mai potuto ripagare?"

 

Sia Harding che Bold sono nel giusto, John non ha nessun rancore o altro interesse nel danneggiare il Reverendo che conosce fin da quando era piccolo, inoltre prova anche dei sentimenti molto forti per la figlia minore dell'uomo, Eleanor. Sia quest'ultima che la sorella di Bold, Mary, cercheranno di farlo ragionare affinché lui ritiri l'accusa. Però Bold pecca di impulsività, di eccessiva sicurezza ma anche di inesperienza nei confronti della vita, è troppo concentrato sul senso di giustizia e va a colpire un uomo onesto e che sicuramente non si merita un'accusa del genere. 

Trollope è un maestro nel descrivere i personaggi, li delinea in maniera credibile e veritiera e la personalità più complessa credo sia quella del protagonista il signor Harding.

L'uomo è profondamente addolorato dall'accusa che gli viene mossa, quella di ricevere un compenso più alto del dovuto come amministratore  del ricovero, a discapito degli anziani che ci vivono. La cosa che gli fa più male è che sia John Bold a muovere queste causa contro di lui, Harding era amico del padre di Bold e ha un sincero affetto per lui.

Il signor Harding dubiterà di se stesso e avrà una forte crisi di coscienza, anche se è sempre stato un uomo onesto, stimato da tutti e con buone intenzioni. 


"John Bold sentiva di non poter andare alla festa dell'amministratore: non aveva mai amato Eleanor più di allora, non era mai stato desideroso di fare di lei sua moglie più di quanto lo fosse in quel momento, quando così tanti ostacoli a far ciò gli comparivano davanti."

 

Un altro personaggio interessante è l'arcidiacono Grantly che è molto severo e duro nei confronti di Bold, esprime ciò che pensa in pubblico, è molto rigido e rigoroso nelle sue posizioni,  però nel privato è influenzato molto dalla moglie e alla fine segue ciò che lei gli dice.  

Eleanor Harding è la figlia minore del Reverendo, è la tipica donna vittoriana remissiva, ingenua e devota al padre, lo difenderà sempre, senza un minimo di esitazione. 

Nel corso della storia vediamo come la stampa possa influenzare negativamente l'opinione pubblica e di come possa distruggere la reputazione delle persone coinvolte. E' un'informazione sempre pronta a fare "notizia" accusando, senza mezzi termini e senza appello, la persona oggetto dello scandalo. 

Tutti i personaggi a loro modo pensano di agire e di essere nel giusto delle loro posizioni però in loro nasce il dubbio che possano aver sbagliato e che forse l'altra persona ha ragione e loro invece torto. Questa la trovo una visione molto matura e diversa rispetto ad altri autori vittoriani che creavano dei personaggi, che a volte, erano inflessibili e fermi nelle loro ragioni e/o convinzioni. Qui troviamo dei "characters" reali perché pieni di sfaccettature, nè del tutto bianchi o neri ma grigi, pieni dubbi, incertezze, appassionati nella proprio causa ma anche deboli, con aspirazioni e desideri. 

Lo stile dell'autore è molto semplice e diretto ma anche appassionante e coinvolgente, mai banale, tratta molti temi interessanti che ancora oggi sono attuali.

Quello che mi ha stupito è la sua ironica e critica nei confronti delle contraddizioni della società ma anche nel descrivere la vita di persone normali che lui delinea in maniera credibile.

Ho voluto partire da questo romanzo breve perché non conoscevo l'autore,  visto che questo era il primo romanzo di una serie, mi sembrava perfetto per iniziare a leggere Trollope. Inoltre essendo un libro corto era l'ideale per capire se mi piacesse o meno il suo modo di scrivere. Non avevo nessuna aspettativa ma devo dire che mi ha sorpreso e l'ho apprezzato molto. 

Trollope è riuscito a catturare la mia attenzione in un periodo di letture non troppo felici, questo è sicuramente un punto a suo favore. Forse questo è un romanzo poco conosciuto ma che io ho trovato all'altezza di molti altri autori vittoriani ben più noti. 


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Trama


Con Trollope siamo nell'aria del più autentico realismo inglese dell'Ottocento, devoto da un lato alla rappresentazione accurata di quadri sociali e alla denuncia umanitaria e democratica, dall'altro all'intreccio ingegnoso dei fili di commedie umane recitate da tipi tanto plausibili quanto indimenticabili per l'originalità o addirittura la bizzarria delle personalità. Insomma siamo dalle parti dell'umorismo di Dickens, di cui Trollope fu un contemporaneo, altrettanto prolifico, non meno classico, come lui sapiente conoscitore dei riti e dei miti del mondo vittoriano, con un'ironia meno amara, e soprattutto senza quel genio pessimistico, il suo genio essendo guidato dall'ambizione di chiudere le sue storie in serenità, sempre riuscendoci. E in lotta per la serenità è il reverendo Harding, l'amministratore del pensionato per vecchi lavoratori di Hiram, uomo buono e amabile, protagonista di questo romanzo: il primo dei sei del ciclo cosiddetto delle «Cronache del Barsetshire» in quanto ambientati nella immaginaria città di Barchester. Harding è tormentato dal dubbio se sia giusto e legittimo che la rendita che percepisce come amministratore sia tanto superiore alle pensioni degli assistiti. A sollevare il caso è un giovane medico di buona famiglia, John Bold, paladino di tutte le cause umanitarie, pretendente riamato della figlia dell'amministratore. E al dilemma morale del buon amministratore si aggiunge quindi quello del giovane medico, diviso tra l'amore e la coerenza. Sicché tutto il romanzo è l'articolata risposta a una domanda: «Perché Eleanor Harding non dovrebbe amare John Bold?». Una di quelle domande che permettevano a uno scrittore dell'Ottocento inglese, del calibro di Trollope, di muovere un'intera città, e farla recitare con la plasticità di chi ha bisogno di avvincere il lettore. 

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