[RECENSIONE] MIDDLEMARCH DI GEORGE ELIOT

Cari lettori, 

come vi avevo accennato ad inizio anno, uno dei miei buoni propositi per quest'anno era quello di leggere più classici dell'epoca vittoriana e questo è il primo libro che ho letto.

E' stata una lettura molto complessa e non mi sento di dare una valutazione in merito a questo libro, ma mi riservo di leggere qualcos'altro dell'autrice per capirà se fa per me o no. 




Recensione


"Guidati da una mano femminile questi uomini, che avevano poche idee proprie, potevano essere molto utili alla società: dovevano solo essere fortunati nella scelta delle cognate!"

 

Questo libro è stato pubblicato in otto volumi tra il 1871 e il 1872 e fu il capolavoro di George Eliot, ancora oggi è considerato il più grande romanzo inglese. 

Ci sono vari temi in questo libro: il matrimonio, la politica e le nuovi sperimentazioni nel campo della medicina. 

Il titolo completo di questa opera è Middlemarch. A Study of Provincial Life, infatti la storia è ambientata nella città immaginaria di Middlemach nel periodo che va dal 1829 al 1832. L'autrice si sofferma su alcuni personaggi principali che animano la vita di questo paesino di provincia. 

Possiamo individuare tre coppie di personaggi che possiamo definire protagoniste di questo libro: Dorothea e Mr Casaubon,  Lydgate e Rosamond e i miei preferiti Fred e Mary.

George Eliot si sofferma sull'importanza di fare un buon matrimonio e su quanto una scelta sbagliata o affrettata possa rovinare la vita.

Dorothea Brooke  è una donna tutt'altro che stupida e vorrebbe sposare un uomo che la possa far crescere culturalmente e crede che la persona giusta sia l'anziano reverendo Casaubon;  ma dopo il matrimonio si rende conto che suo marito non è affatto come se l'era immaginato. 

Durante il viaggio di nozze e soprattutto dopo,  capisce che non è affatto colto, forte e intelligente come pensava e l'opera che sta scrivendo non è così valida. La situazione si complica quando l'uomo capisce di aver perso la stima della moglie. 


"E' naturale che ci sia sempre una grande quantità di opere scadenti: le cose eccezionali hanno bisogno proprio di quel suolo per crescere." 

 

Il  personaggio di Dorothea non mi ha convinta affatto, anche se ho apprezzato il suo tentativo di "elevarsi" culturalmente con il suo matrimonio anche se non è stato così.

Lydgate è il nuovo medico della città, il suo obbiettivo non è quello di arricchirsi ma piuttosto di introdurre nuove sperimentazioni e metodi per aiutare a stare meglio i suoi pazienti. Ma il suo approccio moderno alla medicina si scontra con il metodo più tradizionale.

L'uomo sposa Rosamond, la figlia del sindaco, una donna molto bella ma anche frivola, spensierata e spendacciona. Per mantenere lo stile di vita della moglie e continuare ad essere all'altezza della sua condizione sociale inizia a spendere molto fino ad indebitarsi. Questo provocherà una frattura nel loro matrimonio. 

Fred e Mary sono la mia coppia preferita, lui è il fratello di Rosamond e il figlio del sindaco, per lui era pronta una carriera ecclesiastica a cui si sottrae anche grazie a Mary. Loro si conoscono da piccoli, Mary crede che lui sia l'uomo della sua vita, però non ha fretta di sposarsi vuole che lui maturi e saldi il debito che ha contratto. Fred decide di abbassare il suo livello sociale, pur di lavorare e ripagare il suo debito e dimostrare a Mary l'uomo che è, onesto e forte. Credo che entrambi i personaggi hanno avuto una maggiore evoluzione durante la storia.

Dovrei citare anche una quarta coppia che però non menziono per evitare spoiler. 

"Tutti dobbiamo sforzarci un poco per mantenerci sani di mente e chiamare le cose con lo stesso nome con cui le chiamano gli altri."

Ho trovato molto interessante quando la storia si soffermava sulle nuove sperimentazioni della medicina e sulla storia tra Fred e Mary, mentre ho apprezzato di meno le parti dove si parlava di politica o di eredità. 

La lettura di questo romanzo è stata molto complessa, non era la prima volta che cercavo di leggere questo libro che da una parte mi attraeva e dall'altra mi allontanava.

Lo stile dell'autrice è molto ricco e complesso, pieno di subordinate e tutt'altro che semplice e diretto, bisogna fare molta attenzione e capire dove l'autrice vuole andare a parare.

Probabilmente ho trovato altri autori vittoriani, più semplici e diretti e non immaginavo che in alcuni punti fosse così difficile la lettura.

Nella prima parte del libro la storia è risultata molto scorrevole e alquanto godibile poi sono iniziati i problemi e i continui alti e bassi, perché c'erano delle parti che mi piacevano molto e altre che invece non mi interessano affatto.

Ho pensato di abbandonare? Sì e più di una volta, ma ero consapevole che non avrei più ripreso in mano il libro se non lo avessi finito.

Credo sia un romanzo che lasci un segno nel lettore, nel bene o nel male, lo consiglio perché penso sia un testo da leggere perché descrive in maniera vera e concreta la realtà di un piccolo paese di provincia e dei cambiamenti che era in corso in quell'epoca.

Non so se quest'autrice faccia per me, dovrei leggere qualcos'altro.


***


Trama

Pubblicato a puntate tra il 1871 e il 1872, Middlemarch è, nel variegato paesaggio del romanzo inglese di fine Ottocento, tra i punti più alti mai raggiunti in termini di capacità di rappresentazione della complessità delle psicologie e di attenzione quasi d'ordine sociologico all'ambiente sociale (il sottotitolo, Studi di vita in provincia, definisce da subito il contesto). Al centro della storia è proprio l'immaginaria cittadina inglese di Middlemarch, all'interno della quale si articolano i destini di quattro personaggi e di due matrimoni infelici, indagati da George Eliot nei loro più impercettibili interstizi attraverso lo strumento chirurgico di uno stile espressivo sempre acuminato. Il romanzo che permette di comprendere la solidissima fragilità dell'Inghilterra vittoriana.

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