Cari lettori,
oggi parliamo del thriller Perfect Day di Romy Hausmann.
Recensione
Ci sono persone che sono nate per narrare una storia e per fare le scrittrici e chi invece ci prova tutta la vita senza mai riuscire a diventarlo davvero.
I narratori moderni si collocano più in questa ultima categoria, mentre la Hausmann è un'eccezione: sa scrivere, ha talento ed è pure brava nel costruire dei thriller pieni di suspence e ad alta tensione.
Oggi tutti possono scrivere un libro, basta avere un bravo agente e un ottimo editor ma quando trovi un bravo autore, come in questo caso, te ne accorgi subito.
La prosa è ricca, evocativa, descrittiva, riesce a scavare dentro ai personaggi, a raccontarci le loro emozioni. Il suo stile però rimane semplice, senza artifici, i suoi libri sono davvero un'esperienza di lettura piena di sentimenti contrastanti a volte positivi altri meno. Riesce a rendere una storia accattivante e d'impatto costruendo una trama narrativa solida, con uno stile che la rende riconoscibile.
Le persone non hanno la possibilità di scegliere in che famiglia nascere, a volte non sono nemmeno padrone del loro destino, altre volte sono gli altri a decidere per loro; come già affrontato in altri testi il luogo in cui nasciamo determina il nostro futuro. Non abbiamo davvero la possibilità di scegliere da che parte stare?
Non sono riuscita ad apprezzare Ann, la protagonista di questa storia, il suo comportamento dal mio punto di vista è stato molto forzato, ci sono troppe coincidenze, alcuni colpi di scena troppo esagerati. Probabilmente non è il romanzo migliore di questa autrice, è difficile eguagliare il suo esordio, "La mia prediletta".
Le copertine sono molto riconoscibili, semplici in bianco e nero, anche questo contribuisce a dare una sorta di autenticità a questo scrittrice.
Consiglio di vedere anche la serie Netflix tratta dal primo libro della Hausmann che si intitola "La mia prediletta", sei episodi davvero coinvolgenti e avvincenti.
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Trama
Dieci bambine scomparse nei dintorni di Berlino. Dieci piccoli corpi ritrovati nei boschi, in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati. E un'unica traccia: una serie di fiocchi rossi appesi ai rami degli alberi, che guidano fino al luogo in cui giacciono le vittime. Sono passati quattordici lunghi anni dal primo omicidio e finalmente la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: il filosofo di fama mondiale Walter Lesniak, ribattezzato dalla stampa il "Professor Morte". Ma dal momento dell'arresto, quello che un tempo era uno stimato docente universitario, sembra paralizzato dallo shock e aver perduto una delle fondamentali capacità dell'uomo: la parola. Più lui tace, più le cose si complicano. C'è solo una persona che non crede alla sua colpevolezza: sua figlia Ann, determinata a provare l'innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo, e a scoprire chi è il vero killer. Un viaggio che la porterà a esplorare i lati più oscuri dell'animo umano.
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