Cari lettori,
un libro che parte molto bene ma che poi risulta essere prevedibile.
Recensione
La storia di Siv è da subito molto coinvolgente e autentica difficile, non affezionarsi, non indignarsi e non arrabbiarsi per quello che le succede. Una vita di sacrifici, di lavoro duro, un'adolescente che non può scegliere cosa fare, non può studiare, non ha voce in capitolo ma deve seguire quello che i genitori hanno scelto per lei. Siamo nel 1938, un tempo difficile, un periodo in cui la donna non conta nulla, non ha sogni, desideri, passioni, pensieri.
Il racconto passa poi al presente nel 2022 con Eva guardia forestale, che viene inviata dall'azienda per cui lavora per trattare con la comunità locale dei sami che si oppongono al disboscamento previsto dal programma e dal modello di sviluppo del territorio, di cui lei ne è la portavoce. Conosce bene Djupsele, li viveva la nonna Siv e ha ereditato un terreno. Deve ottenere il permesso per tagliare gli alberi di quella zona, ma le cose non vanno come previsto e viene minacciata.
L'ambientazione interagisce molto bene ed è parte integrante della storia, svolge un ruolo fondamentale, l'immensa foresta, la neve e il ghiaccio dell'inverno svedese, un ambiente davvero suggestivo.
La storia di Siv è potente, struggente, appassionante e fa da contrasto con la narrazione al presente, prevedibile e poco realistica.
La prima parte è veramente coinvolgente, la prosa è semplice, diretta e anche delicata, e la storia sia al passato che al presente sembrava credibile e interessante. Poi a mio avviso la narrazione si allunga e diventa scontata, con colpi di scena fuori luogo. La storia diventa piatta, troppo diversa dalla parte iniziale, nulla che possa davvero coinvolgere il lettore e far apprezzare la storia.
Il libro è tratto da una storia vera, c'è anche un seguito scritto dall'autrice, non so se ci saranno gli stessi personaggi, io non lo leggerò perché nonostante lo stile sia molto scorrevole, la narrazione è diventata troppo scontata. Un altro romanzo, non può che essere simile a questo.
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Trama
Due donne lottano per la propria indipendenza
In una fredda giornata di gennaio del 1938, Siv, diciassette anni, si trova davanti alla porta della baracca dove abiterà nei mesi successivi. I raggi del sole invernale non riescono a penetrare nella foresta fitta e buia della contea di Västerbotten, nella Svezia settentrionale. Il sogno di diventare maestra si è infranto contro i problemi economici della famiglia e quello che la aspetta è un lavoro come cuoca al servizio di dieci uomini impiegati nell’industria forestale, fino a primavera inoltrata. All'inizio tutto è la fatica, l'isolamento, la frustrazione di una situazione che le è stata imposta. Tuttavia, a poco a poco, scopre anche il piacere di governare una casa in autonomia in mezzo a estranei che la trattano con rispetto, e la bellezza di una natura forte e incontaminata, abitata solo da loro e dalle renne che pascolano nelle radure. E la vita che sembrava non poterle offrire più niente di bello la sorprenderà con un incontro speciale. Più di ottant'anni dopo, Eva viene inviata dall'azienda del legname in cui lavora a trattare con gli ambientalisti e le locali comunità sami, che si oppongono al disboscamento programmato a Djupsele, negli stessi luoghi dove era vissuta sua nonna Siv, da cui ha ereditato un terreno. Lei per prima pensa di poter sfruttare a vantaggio dell'azienda le sue conoscenze del luogo, e ottenere il permesso di tagliare gli alberi in quell'area. Ma ben presto comincia a ricevere delle minacce che vanno oltre le contestazioni previste. E, contemporaneamente, ritrova persone che non frequentava più da tempo e che la inducono a ripercorrere la storia della sua famiglia, fino a una scoperta del tutto inaspettata che la cambierà profondamente.
Basato su una storia vera, Il sapore delle bacche selvatiche ha il potere di immergere il lettore nei colori, nelle luci e nei profumi di foreste secolari, e nei sentimenti di donne forti, di ieri e di oggi, capaci di lasciarsi andare alla passione e di decidere del proprio destino.
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