[RECENSIONE] UNA CATTIVA BABY-SITTER DI GILLY MACMILLAN

 Cari lettori, 

oggi parliamo di un thriller psicologico che mi ha deluso.







Recensione

Anni fa ho letto il romanzo "9 giorni" sempre della stella autrice e devo dire che ne conservavo un buon ricordo, anche se di certo non era stato il  thriller migliore della vita.

Oggi mi trovo a dire che questo thriller mi ha sorpreso ma in negativo, una storia che non è verosimile e che fa acqua da tutte le parti, i personaggi si comportano in maniera assurda e senza un senso logico.

La narrazione è principalmente alternata da due voci narranti diverse: quella di Virginia e quella della figlia Jo.

Jo torna nella città natale dopo più di trent'anni e si presenta con la figlia Ruby, la donna ha avuto un'infanzia difficile e un rapporto complicato con la madre, che l'ha sempre trattata con indifferenza e con un profondo distacco.

Da piccola Jo era molto affezionata alla sua baby sitter, Hannah, che all'improvviso se ne andò, non lasciando nessuna spiegazione per il suo gesto. Un giorno la donna trova, nel lago della tenuta, un teschio umano e lei pensa possa essere della sua tata.

Purtroppo la protagonista Jo, è un personaggio poco delineato e approfondito, ma soprattutto è incoerente e inverosimile, il suo comportamento non è quello che farebbe una persona. 

La donna reagisce ad alcuni situazioni come se nulla fosse, senza emozioni, senza avere un turbamento o un cambiamento.

L'autrice mette molta carne sul fuoco, si sofferma su alcuni particolari che non aggiungono nulla di concreto alla narrazione ma che la allungano, senza un reale motivo.

L'indagine per il riconoscimento del teschio ritrovato nel laghetto, è marginale e soprattutto superficiale e ho trovato che questo libro sia più vicino a un dramma famigliare che a un thriller, visto che non c'è né ritmo né suspense.

Il finale è la ciliegina sulla torta e non si capisce cosa voglia dire l'autrice con l'ultima riga, inoltre alcuni dei temi trattati rimangono in sospeso senza una vera conclusione. 

La narrazione è scorrevole grazie ai capitoli brevi, nonostante la prima parte del libro sia stata interessante e accattivante, quella centrale è stata confusa e contorta non si capiva dove l'autrice volesse andare a parare e infine il finale l'ho trovato senza alcun senso e surreale.

Quello che mi ha convinto di meno al di là dello sviluppo della trama, è stata la costruzione dei personaggi che non risultano mai credibili, ma agiscono in maniera inverosimile e non come se fossero delle persone reali. Questo è un grave difetto di questo romanzo. 


Trama

Jocelyn Holt non ha trascorso un’infanzia felice.

Cresciuta nella grande e tetra casa di Lake Hall con due genitori freddi e indifferenti, ha cercato conforto nell’unica persona in grado di dimostrarle affetto: la sua adorata tata, Hannah. Ma una notte, all’improvviso, Hannah è scomparsa senza lasciare tracce e la bambina ne è rimasta sconvolta. Ossessionata da quel mistero, non si è mai ripresa del tutto e, crescendo, è diventata una donna scostante e silenziosa, incapace di fidarsi completamente del prossimo. Trent’anni dopo, Jocelyn è costretta a tornare a Lake Hall insieme a sua figlia Ruby e quindi a confrontarsi con il passato. Ma quando un teschio umano viene rinvenuto nel lago della tenuta, tutte le sue certezze iniziano a vacillare. Potrebbe trattarsi di Hannah? Mentre ipotesi inquietanti iniziano a farsi largo nella sua mente, qualcuno bussa alla porta della grande casa. Qualcuno che potrebbe avere tutte le risposte che Jocelyn sta cercando. 


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