[RECENSIONE] Charles Dickens di Peter Ackroyd

 Cari lettori, 

oggi parliamo del libro "Charles Dickens" di  Peter Ackroyd pubblicato dalla Neri Pozza.




Recensione

Non ho mai letto nulla di Dickens e partire dalla  biografia mi sembrava una buona idea, invece la lettura di questo testo è stata veramente difficile.

Questo libro è sicuramente frutto di molte ricerche, di anni di studio dedicati a scoprire il Dickens scrittore, uomo, figlio e padre;  ci sono molti riferimenti alle sue opere all'interno della biografia, inoltre vengono nominate moltissime personalità di spicco dell'epoca con le quali Charles interagisce, ha un rapporto di amicizia e/o lavorativo.

Oltre all'amico Wilkie Collins, c'è anche qualche pagina dedicata alla mia amata Elizabeth Gaskell.

E' un testo accurato e molto dettagliato che ci fa conoscere Dickens a 360 gradi, prima come bambino, poi adolescente e infine uomo. 

Probabilmente l'avrei apprezzato maggiormente se avessi prima letto alcuni suoi romanzi, quindi sconsiglio la lettura a chi non ha mai affrontato nulla dell'autore.

L'autore parte dall'infanzia di Dickens analizzando il difficile rapporto con il padre che fu arrestato come debitore insolvente, i primi anni di lavoro nella fabbrica di scarpe, il suo primo amore tormentato, fino al matrimonio con Catherine. I primi libri, i primi successi, la nascita dei suoi figli insomma conosciamo Dickens, prima che diventi il grande Charles Dickens e anche quello che succede dopo.

Dickens era un uomo molto impegnato, si dedicava a moltissimi progetti, al suo giornale, alla sua attività di scrittore e  trascurava un po' la sfera privata.

Oggi lo conosciamo come il maggiore scrittore dell'epoca vittoriana, se non, come uno dei maggiori autori inglesi di tutti i tempi, ma come uomo non si è comportato molto bene, prima nei confronti della moglie e poi nascondendo l'amante.

Un amore quello con Ellen Ternan, giovane attrice, travolgente, appassionato ma da tenere segreto per non incorrere nel giudizio bigotto della società vittoriana e visto il successo che aveva Dickens all'epoca non si poteva permettere uno scandalo. Tutti sapevano e lui negava.

La lettura di questo libro è andata avanti tra alti e bassi, diciamo che all'inizio il racconto della sua vita era molto interessante mentre poi il tutto è diventato molto pesante e lento, probabilmente i molti dettagli e le informazioni che ci vengono date sono sicuramente troppe per un lettore "non esperto" di Dickens. Quando infatti vengono accennate alcune opere dell'autore, ci sono dei collegamenti che si possono capire solo se si conosce il libro che viene citato.

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Trama:

Il 9 giugno 1870 Charles Dickens muore a cinquantotto anni a Gads Hill, la sua casa a Higham, nel Kent. La notizia del suo decesso fa subito il giro del mondo. Negli Stati Uniti, Longfellow, il poeta più famoso del secondo Ottocento americano, dichiara di non aver mai assistito a un cordoglio tanto diffuso per la morte di un autore, con «il Paese intero colpito dal lutto». Il giorno successivo alla sua dipartita, il Daily News sentenzia: «È stato senza dubbio il romanziere di quest’epoca». In Inghilterra l’opprimente senso di perdita attraversa tutte le classi sociali, in primo luogo la classe lavoratrice che si è sentita ampiamente rappresentata nelle sue opere. La percezione generale è che l’anima stessa del popolo inglese, il suo umorismo e la sua malinconia, la sua baldanza e la sua ironia, abbiano trovato una piena espressione nei romanzi di Dickens.

Scrivendo questa imponente biografia dell’autore di Grandi speranze e di altri capolavori della letteratura mondiale, Peter Ackroyd non soltanto non si sottrae alla percezione dei contemporanei di Dickens, ma mostra come la sua morte, per tutti i vittoriani, sia stata la testimonianza di un’enorme transizione. Più della stessa regina Vittoria, Charles Dickens appare, in queste pagine, il rappresentante illustre di un’epoca non perché ce ne restituisce semplicemente la testimonianza, ma perché percepisce, saggia, proclama, nella sua narrativa, le svolte e i passaggi fondamentali di un secolo, sino al punto che la sua stessa vita si trasforma in «un simbolo di quel periodo».

Sotto la penna di Ackroyd, la biografia di un grande scrittore diventa così uno strumento di vera conoscenza, il segno più compiuto del trascorrere di un’epoca intera.

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