[RECENSIONE] I GOLDBAUM DI NATASHA SOLOMONS

 Cari lettori, 

oggi vi parlo di un romanzo storico che è partito molto bene ma che in alcuni punti mi ha deluso.

Il libro che è oggi protagonista del blog è "I Goldbaum" di Natasha Solomons pubblicato dalla Neri Pozza.




Recensione

L'autrice per scrivere questo romanzo si è ispirata alla famiglia dei Rothschild, i più importanti e potenti banchieri ebrei che furono i pionieri del sistema dei finanziamenti già dal 18° secolo. 

La storia parte nel 1911 e conosciamo la famiglia dei Goldbuam e come viveva la società benestante dell'epoca, anche se loro erano, sicuramente,  i protagonisti indiscussi.

La banca è la fonte della ricchezza dei Goldbaum, per generazioni gli uomini dovevano seguire la professione del banchiere e le donne dovevano sposarsi un cugino che faceva parte di un altro ramo della famiglia, così per garantire una discendenza "dello stesso sangue".

"Si diceva che i Goldbaum fossero così ricchi e potenyi che nelle giornate uggiose noleggiavano il sole perchè brillasse per loro."

Greta è la protagonista del romanzo, è una ragazza ribelle, molto lontana dagli standard della famiglia, lei vorrebbe essere indipendente e libera e magari vivere una vita normale. Deve anche lei rassegnarsi ad un matrimonio combinato con un cugino inglese che non conosce, quindi inizialmente si fa un sacco di paranoie su come possa funzionare un matrimonio tra due persone che non si sono mai viste e che soprattutto non si amano. Prima del matrimonio prova a cambiare le cose ma alla fine si deve rassegnare al destino che è stato scelto per lei.

Greta è sicuramente una ragazza privilegiata ma non può sfuggire alla vita che è stata pianificata per lei prima della sua nascita.

Adattarsi alla sua nuova vita lontano dalla sua amata Vienna non sarà facile per Greta, il trasferimento in Inghilterra e l'iniziale freddezza della sua relazione con Albert, il marito, la metteranno a dura prova. Così la suocera le regala un centinaio di acri per costruire un giardino tutto per lei, un luogo dove si può sentire libera e dove si può rifugiare. 

Se nella prima parte Greta mi aveva convinto molto, poi in alcuni punti mi è risultata distante, soprattutto nel modo in cui si relaziona con Albert, anche se nella parte finale ha avuto, ai miei occhi, un riscatto.

"Sospettava che la sua visione del mondo fosse distorta, come se tutto ciò che consumava fosse stato generosamente cosparso di zucchero."

 

L'autrice approfondisce molto il suo personaggio fino a dopo il matrimonio, poi lascia spazio anche ad altri personaggi come Clemnent e Otto,  trascurando un po' la protagonista e saltando alcuni passaggi della storia, per esempio come si evolve il matrimonio con Albert. Sono anche tornata indietro per capire se mi ero persa dei passaggi ma non è stato così.

Le parti che mi hanno interessato di meno sono state quelle dove si parlava delle questioni finanziarie legate alla guerra, alla banca; le ho trovate noiose.

I personaggi mi hanno trasmesso qualcosa, ho percepito quello che gli succedeva e questo denota come l'autrice sia riuscita  a delineare in maniera verosimile i principali membri della famiglia Goldbaum.

Credo di poter consigliare questo libro a chi ama il romanzo storico, non posso negare che sia un buon libro però a mio avviso è mancato qualcosa per riuscire a dare una valutazione più che sufficiente.

Forse mi aspettavo di più e quindi non ho trovato quello che pensavo.


***

Trama


Vienna, 1911. Sulla Heugasse, costruito con la pietra bianca più bella d'Austria, sorge il palazzo dei Goldbaum, una famiglia di influenti banchieri ebrei. In città si dice che siano così ricchi e potenti che, nelle giornate uggiose, noleggino il sole perché brilli per loro. Ben poco accade, dentro e fuori la capitale, su cui non c'è voce nel capitolo, e meno ancora senza che ne siano a conoscenza. Persino nei fastosi palazzi di Casa d'Asburgo.

Rinomati collezionisti di opere d'arte, mobili di squisita fattura, ville e castelli in cui esporli, gioielli, uova Fabergé, automobili, cavalli da corsa e debiti di primi ministri, i Goldbaum, com'è costume delle cosmopolite dinastie reali d'Europa , si sposano tra loro. Perché gli uomini Goldbaum continuino a essere ricchi e influenti banchieri è necessario, infatti, che le donne Goldbaum sposino uomini Goldbaum e producano piccoli Goldbaum.

Anche la giovane, ribelle Greta Goldbaum deve rassegnarsi alla tradizione di famiglia e dire addio alle sue scapestrate frequentazioni nella ribollente Vienna del primo decennio del Novecento, sposando Albert Goldbaum, un cugino del ramo inglese della famiglia.

Per una ragazza della sua estrazione sociale il matrimonio è una delle spiacevolezze della vita da affrontare prima o poi, e con questo spirito Greta lascia Vienna per la piovosa Inghilterra.

A Temple Court, dove si trasferisce, la ragazza si sente estranea persino a se stessa: la nuova famiglia la tratta con rispetto, la servitù con deferenza e Albert è cortese e sollecito. Ma la sua presenza riesce a essere opprimente come una coperta pesante in una nottata troppo calda, e tra i due giovani si instaura una gelida, sottile antipatia. Al punto che Lady Goldbaum, la madre di Albert, decide di donare alla ragazza un centinaio di acri come dono di nozze, un Veronagiardino dove sentirsi finalmente libera da ogni costrizione.

Alla silenziosa contesa di Temple Court si aggiunge, però, il fragore di ben altro conflitto: la prima guerra mondiale, il tragico evento che spazzerà via l'intero vecchio ordine su cui l'Europa si era retta per secoli. La corsa agli armamenti è tale che persino gli influenti Goldbaum, benché abituati a lavorare con discrezione dietro le quinte dei governi e delle dinastie reali, non possono alterarne il corso. Per la prima volta in duecento anni, la famiglia si troverà su fronti opposti e Greta dovrà scegliere: la famiglia che ha creato in Inghilterra o quella che è stata costretta a lasciare in Austria.

Attraverso pagine d'inconsueta bellezza Natasha Solomons dona al lettore una struggente storia d'amore e al contempo getta uno sguardo nuovo sulla complessità dell'identità ebraica all'inizio del XX secolo e sul ruolo delle banche nei finanziamenti alla causa bellica.

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