[RECENSIONE] IL RISTORANTE DELL'AMORE RITROVATO DI ITO OGAWA

Cari lettori, 

oggi parliamo di un libro che mi ha davvero sorpreso positivamente.








Recensione

Nonostante il titolo gridi al romance  per fortuna questo libro non lo è, anzi, racchiude al suo interno una storia molto profonda e che tocca dei temi importanti. 

Ringo, è una giovane ragazza che ama cucinare e che vive a Tokyo, è fidanzata da alcuni anni con un ragazzo turco. Una sera tornando a casa, trova il loro appartamento vuoto e il suo ragazzo non c'è, questo momento è così forte per lei che non riesce più a parlare.

Non può far altro che tornare nel paese dove era nata per stare da sola con il suo dolore e la sua sofferenza, la fine della sua relazione è un duro colpo per lei. 

La sua passione per la cucina la porta a non abbattersi del tutto e ad aprire un ristorante molto particolare che chiamerà "Lumachino". La sua idea è quella di dedicare un menù personalizzato per una sola coppia al giorno. 

"Cucinare mi dava una gioia incontenibile e le mie cellule erano un unico vortice di pura estasi"

L'autrice descrive con dovizia di particolari i vari piatti che Ringo cucina, trasmettendo anche al lettore il forte amore che la protagonista ha per il suo lavoro.

L'amore del titolo infatti si riferisci sia a quello che l'autrice ha per il cibo, ma anche la felicità che provano i suoi clienti una volta usciti dal suo ristorante. Il Lumachino e il cibo di Ringo hanno qualcosa di magico, come se mangiare nel ristorante posso far ritrovare la serenità e la pace che le coppie non hanno più.

"Cucinare mi dava un'energia incompatibile. E la voce, per cucinare, non serve affatto." 

Ringo, torna al suo paese natale dove ritrova la madre, con la quale ha da sempre avuto un rapporto complicato, le due non si sono mai parlate con sincerità, ci sono delle situazioni che le hanno allontanate. 

E' un libro molto intimo, introspettivo e profondo che dona al lettore pace e serenità, è una storia drammatica ma allo stesso tempo che dà speranza.

Lo stile dell'autrice è molto lento e descrittivo soprattutto all'inizio, ma poi  la storia diventa sempre più interessante anche se resta ricca di molti dettagli soprattutto sul cibo che cucina Ringo.

Quello che non ho apprezzato è che l'autrice ha lasciato in sospeso alcuni punti della trama e mi sarebbe piaciuto che invece li avesse approfonditi.

Mi sento di consigliare questo libro a chi ha già letto altri autori giapponesi.


***

Trama

Ringo, una ragazza che lavora nelle cucine di un ristorante turco di Tokyo, rientra una sera a casa con l'intenzione di preparare una cena succulenta per il suo fidanzato col quale convive da un po'. Con suo sommo sgomento, però, scopre che l'appartamento è completamente vuoto. Niente televisore, lavatrice, frigorifero, mobili, tende, niente di niente. Spariti persino gli utensili in cucina, il mortaio di epoca Meiji ereditato dalla nonna materna, la casseruola Le Creuset acquistata con la paga del suo primo impiego, il coltello italiano ricevuto in occasione del suo ventesimo compleanno. E, soprattutto, sparito il fidanzato indiano, maître nel ristorante accanto al suo, un ragazzo con la pelle profumata di spezie.

Lo choc di Ringo è tale che resta impietrita al centro della casa desolatamente vuota, la voce che non le esce più dalla bocca. Decide allora di ritornare al villaggio natio, dove non mette più piede da quando, quindicenne, è scappata di casa in un giorno di primavera.

Là, appartata nella quiete dei monti, matura il suo dolore. Una mattina, però, osservando il granaio della casa materna, Ringo ha un'idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menu ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti.

Con l'aiuto del valente Kuma-san, l'ex factotum della scuola elementare del villaggio, il cui cuore è stato infranto dalla bella Shiñorita, un'argentina scappata in città, Ringo risistema il granaio. Pareti tinteggiate d'arancio, posate di epoca vittoriana e di epoca Taish e, nel giro di qualche mese, il Lumachino, così la ragazza battezza il ristorante, apre i battenti.

La prima cliente è la Concubina, la triste amante di un influente politico locale, passato a miglior vita diversi anni prima. Sulla tavola, in un tripudio di colori, odori e bontà senza pari, si alternano piatti gustosissimi che attingono alle cucine più famose: giapponese, italiana, cinese e francese su tutte. L'indomani, la Concubina, agghindata di solito a lutto con una lunga veste nera, passeggia con un cappotto rosso fuoco e un magnifico colbacco di pelliccia, e il suo atteggiamento schivo ha lasciato spazio a una marcata allegria. La medesima cosa accade a tutti i clienti del Lumachino: una ragazza riesce a fare innamorare di sé l'ex compagno di classe che l'aveva sempre ignorata, una coppia gay in fuga d'amore tra i monti trasforma il soggiorno in una luna di miele, un uomo burbero e scorbutico diventa un gentiluomo e così via. In breve, la notizia della magia del Lumachino si diffonde in tutto il circondario, e il successo è così garantito, poiché tutti vogliono sedersi alla tavola del ristorante dell'amore ritrovato.







Nessun commento